Cronaca locale

Rho: mettiamo un casinò nella Fiera

Sessantamila abitanti, ma non c’è neppure un cinema

Michele Perla

Gli imprenditori e i commercianti di Rho non hanno dubbi. Per trattenere sul territorio i cinque milioni di visitatori previsti, che il nuovo Polo fieristico attirerà ogni anno quando funzionerà a pieno regime, occorre una forte attrattiva. «Un casinò – hanno proposto l’altro giorno nel corso di una conferenza stampa -; tavoli verdi e slot machine capaci di costituire un punto di svago alle porte di Milano». L’idea, lanciata dall’Aper, l’associazione degli imprenditori rhodensi, è già un progetto che però da solo non può camminare. Per questo motivo, il sodalizio che raggruppa industriali e commercianti, tende la mano all’Amministrazione comunale, perché se ne faccia promotrice. «Siamo convinti che la presenza della nuova Fiera abbia valorizzato come non mai il nostro territorio – ha spiegato il presidente Renato Volontè -; in funzione di ciò riteniamo che la giunta possa chiedere allo Stato i nullaosta necessari per la creazione di una casa da gioco». Che, insieme al gioco, possa anche fungere da motore culturale dotandosi di spazi per manifestazioni ed eventi, rivolti sia agli utenti della Fiera che a tutta la popolazione. «Sarebbe un vero toccasana – hanno proseguito gli imprenditori -; la città di Rho infatti, nonostante i suoi circa 60mila abitanti, si sta trasformando in un dormitorio. Non vi è alcun elemento di attrazione; perfino i due cinema esistenti hanno chiuso i battenti e quindi la gente è costretta ad emigrare a Milano. La Fiera ha un forte indotto, ma per ottenere benefici concreti dobbiamo attrezzarci, garantendo svago e cultura per chi verrà dall’Italia e dall’estero».
Diverse le reazioni da parte dell’Amministrazione civica di centrosinistra. La cattolica Paola Pessina, primo cittadino, quasi indignata storce il naso e liquida la questione, affermando che un Casinò non è nell’agenda della Giunta. Più possibilista invece l’assessore diessino allo sviluppo economico Vinicio Peluffo. «Quella di aprire una casa da gioco è una proposta interessante che, come tante altre, deve essere però ben valutata. Ci saranno presto occasioni per discutere di questo ed altri progetti idonei a promuovere il territorio rhodense». Per quanto riguarda l’area dove potrebbe sorgere la casa da gioco, gli spazi più idonei secondo l’Aper, potrebbero essere proprio quelli situati all’interno della cittadella fieristica. Se dovesse però arrivare il diniego da parte di Fiera Milano, imprenditori e commercianti sono pronti a mettere in campo altre ubicazioni.
«In città non abbiamo monumenti così preziosi ed il centro storico non è affatto eccezionale – ha sottolineato Enrico Paleari della Confesercenti -; cosa abbiamo da offrire ai visitatori che pensassero di rimanere da noi dopo le 18, quando chiude la Fiera?». L’idea lanciata dall’Aper, piace ai rhodensi; molti già ne parlano in maniera entusiasta.

E se poi gli effetti benefici al circondario sono simili a quelli prodotti dal Casinò di Campione, è bene che la giunta si muova in fretta per le autorizzazioni, difficili da ottenere ma non impossibili, visto che Rho è ormai una città importante, conosciuta anche in Europa per la Nuova Fiera.

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