Ribelli genovesi in treno contro il Treno Veloce

Domani prove generali di disordine pubblico: corteo di anarchici e animalisti contro l’industria della pelliccia

Ribelli genovesi in treno contro il Treno Veloce

(...) ligure del partito di Bertinotti chiede un «coinvolgimento pieno e reale delle popolazioni direttamente interessate» alla grande opera, i centri sociali si dicono pronti a dare manforte «alle forme di lotta scelte dagli abitanti con iniziative di supporto», per dirla con Manuel Chiarlo del laboratorio occupato Buridda. E sia chiaro, scandisce Conti, che se i sindaci liguri e piemontesi non scendessero in piazza contro il Terzo Valico come invece hanno fatto i colleghi della Val di Susa ma fossero solo i cittadini a ribellarsi, la battaglia andrebbe condotta ugualmente, perché se la popolazione è contraria l’opera non s’ha da fare.
Il perché del no dei centri sociali all’alta velocità lo riassume Jade: «Le grandi opere non assolvono al diritto alla mobilità di tutti. Il Terzo Valico sarà un treno d’élite che non risolverà i problemi dei pendolari: chi potrà permetterselo arriverà a Milano in 40 minuti, tutti gli altri continueranno a viaggiare in compagnia delle zecche». Uno «spreco di soldi» insomma, questo gucciniano «treno pieno di signori» che «resterà anche sottoutilizzato». I container che non sanno come andarsene dal porto di Genova? Ma va là, chi ci crede. Ancora Jade: «Non cambierà nulla per le merci. Viste le lobby di potere del trasporto su gomma c’è da credere che sotto le finestre di chi abita in via Molteni continueranno a passare i Tir, altro che binari». Poi, certo, c’è la questione degli scontri con la polizia: «Noi speravamo che dopo il G8 fosse assodato che le manganellate non possono essere la soluzione alle contraddizioni sociali. Invece parlano di democrazia e poi costringono la gente a respirare il fumo dei cantieri senza neppure coinvolgerla nelle decisioni». Ce n’è per tutti, comunque, perché «anche la sinistra sarebbe meglio ci fossero meno distinguo, visto che da Romano Prodi a Claudio Burlando le grandi opere le vogliono anche loro».
Così: ora l’adesione, fattiva naturalmente, alla protesta della Val di Susa, poi chissà, i compagni anti Tav potrebbero restituire il favore e partecipare, altrettanto fattivamente, al blocco dei cantieri del Terzo Valico. Nel mezzo ci sono le prove generali di dis-ordine pubblico convocate per domani. A organizzarle non sono i centri sociali ma associazioni ambientaliste vicine all’universo anarchico. L’appuntamento è alle 15, e dove se non in piazza Alimonda. Da lì partirà un corteo, che dovrebbe terminare in piazza De Ferrari, «contro la strage degli animali e contro la sanguinaria industria della pelliccia, contro La Rinascente e l’Upim, affinché abbandonino questo macabro affare miliardario».

E poiché trattasi di manifestazione nazionale, con rinforzi in arrivo dal Nord e dal Centro Italia, la Questura è già in allarme, con i dirigenti preoccupati per le tensioni che il fronte animalista radicale potrebbe portarsi dietro per le vie dello shopping natalizio.

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