Stile

Ricami, pietre e decori Da New York a Matera l'abito odora d'incenso

Contagiati anche gli stilisti. In Usa una mostra con pezzi mai usciti dal Vaticano

Lucia Serlenga

Cosa c'è di sacro nel dissacrante mondo del lusso? Il consumo del sacro. E non si tratta solo di vestiti e borsette con tanto di ex-voto, di gioielli consacrati alla riproduzione di simboli, dal crocefisso al sacro cuore, alle immagini della Madonna, ma di vere e proprie incursioni nel tema della sacralità vista sotto la lente d'ingrandimento del tempo, delle tradizioni, delle capacità artistiche dei couturier. Si spazia tra moda e segni religiosi, cristianesimo e cattolicesimo, si organizzano esposizioni acclamate e allo stesso tempo discusse, si progettano collezioni di alta moda ad alto valore artistico e metaforico. Siamo nel pieno di una tendenza che sembra voler durare a lungo se è vero che la mostra Heavenly Bodies: Fashion and Catholic Imagination continua a fare scalpore. Allestita negli spazi del Costume Institute di New York - centocinquanta abiti sono esposti tra l'Anna Wintour Costume Center e la galleria medievale del Met in Fifth Avenue, comprende anche i paramenti sacri - per l'esattezza 40 - esposti nei Met Cloister, ala separata del museo che comprende cinque antichi chiostri disseminati nell'Upper Manhattan.

Qui si ammirano preziosissime tiare papali e mitre cardinalizie dell'800 decorate con migliaia di pietre e diamanti, piviali ricamati in oro, come quello indossato da Papa Benedetto XV (pontificato 1914-1929). «Quando Picasso vide le casule disegnate da Matisse - ricordava il cardinal Ravasi in occasione della presentazione della mostra a Roma - disse, Questi non sono paramenti sacri ma farfalle che volano nel cielo di Dio». La mostra voluta da Anna Wintour, direttore a vita di Vogue America e ispiratrice del film Il diavolo veste Prada, inaugurata con il consueto sfavillante gala, in calendario fino all'8 di ottobre, ha riscosso un tale successo che sono in molti a chiederne una proroga.

Del resto ci sono voluti circa due anni di trattative con il Vaticano per ottenere oggetti mai usciti dalla cappella Sistina e poterli far dialogare con pezzi profani ma bellissimi come i magnifici abiti di Cristobal Balenciaga, quelli di John Galliano per Dior, i Versace con i mosaici bizantini della basilica di San Vitale a Ravenna, i commoventi vestiti dedicati alle Madonne da Jean Paul Gaultier, quelli eclatanti di Dolce&Gabbana. Insomma c'è profumo d'incenso ovunque. Quello indossato da Giorgio Armani di chiama «Bois d'encens» e fa parte della collezione di fragranze Giorgio Armani Privé. Ma profumano d'incenso anche i vestiti della collezione alta moda firmata da Michele Miglionico - due di essi dovevano per l'appunto essere fra i pezzi esposti a New York - esposta in giugno nella chiesa consacrata settecentesca del Purgatorio a Matera con il titolo Madonne Lucane. Vestiti che profumano d'incenso e di cui se ne ode ancora l'eco. Trenta modelli che lo stilista ha voluto realizzare per rendere omaggio al culto mariano in Basilicata.

Due le sezioni espositive: le Madonne venerate e le donne in processione. Fra gli abiti da sera ispirati alle Madonne venerate sul territorio della Basilicata, spiccano quelli dedicati alla Madonna del Carmine, alla Madonna portata in trionfo vestita completamente di oro donato come ex-voto, alla madonna della Bruna, patrona di Matera. Le donne che seguono la processione sono tutte vestite di nero, con il rosario in mano come vuole la tradizione popolare. Tutto si regge su uno sfaccettato ordine di lettura che parte da un assunto: ogni donna, idealmente, è una Madonna, la femminilità si esprime in modo composto, la preziosità dei tessuti è un elemento imprescindibile quando lo sguardo si rivolge verso quell'Alto irraggiungibile. C'è qualcosa di più alto persino nell'alta moda.

«Le tecniche di ricamo le ho imparate da Valentino, dove anni fa ero entrato come garzone di bottega» sottolinea Miglionico presentando autentici capolavori tra i quali il commovente abito della Madonna Addolorata che sovrappone strati di tulle point d'esprit nero su bianco, profonde emozioni moltiplicate come preghiere.

Imperdibili la collana realizzata con i classici amuleti lucani che si mettevano dietro le porte per bloccare i malefici e le borsine da sera decorate con autentici ex voto.

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