La ricetta Ferretti: tagli e investimenti

Quando il responsabile del programma ambientale dell’Onu, Theodore Oben, e il presidente di Uim, Raffaele Chiulli, gli hanno consegnato il premio «Environmental Awards 2010», Salvatore Basile, ad del gruppo Ferretti, ha sfoderato sorriso e orgoglio delle grandi occasioni. A capo della delegazione di Forlì (con lui Andrea Frabetti, responsabile della direzione sviluppo prodotto, e Alessandro Tirelli, brand manager di Mochi Craft), infatti, Basile è salito sul palco per esibire alla platea il riconoscimento destinato a «Long Range 23» (Mochi Craft) per la tecnologia enviroment friendly. Subito dopo Basile è stata la volta della «Menzione speciale Economical Feasibility» per Tilen Jakopin (Seaway group) e l’«Environmental Benefit» per Annalaura di Luggo (Fiart Mare) grazie al progetto End Life Boat sviluppato con Ucina.
I premi sono stati istituiti da Uim e consegnati nel corso del gala svoltosi la settimana scorsa a Montecarlo, presenti numerosi imprenditori della nautica e protagonisti mondiali della motonautica agonistica (proprio la Real Casa di Forlì ne sa qualcosa con i trofei mondiali del fondatore, Norberto Ferretti).
Ovviamente il riconoscimento di Montecarlo è solo l’ultimo di una lunga serie custodita gelosamente nella bacheca del gruppo.
«Negli ultimi due anni - dice Basile - abbiamo saputo dare risposte concrete ad alcune tensioni importanti. Tensioni create dall’esterno che tuttavia avevano innescato una situazione complessa all’interno. Questi premi dimostrano che le nostre scelte sono state giuste: abbiamo tagliato dove si doveva tagliare continuando a fare investimenti importanti nello sviluppo dei nuovi prodotti, guardando al futuro. Scelte, aggiungo, niente affatto facili».
Tra un mese è tempo di semestrale, a oggi top secret per ovvie ragioni: «Posso solo dire che siamo sulla strada giusta - è il dribbling di Basile - Nel nostro mercato i conti si fanno sulle scale… Aspettiamo maggio-giugno e ne riparleremo».
Secondo autorevoli indiscrezioni i primi due saloni 2011 - Germania e Florida - sono stati la svolta del post crisi: «Düsseldorf mi è piaciuto - chiarisce Basile - Come era già accaduto a Londra, chi ha visitato questi saloni ha visto tutto il gruppo. Siamo stati capaci di trasmettere tutta la forza che deriva dallo stare insieme. In azienda dico sempre che il singolo è importante per l’anima del brand e del prodotto. Però uniti siamo più forti. Infine in queste due occasioni ho visto che l’Europa del Nord comincia a muoversi con buoni segni di ripresa anche nel nostro settore. Abbiamo avuto i contatti che l’anno scorso non c’erano stati. Purtroppo questo conferma un’Europa a due velocità. E a Miami ne ho avuto conferma. Dalla Florida, tuttavia, è arrivata un’altra risposta, vale a dire la bontà delle nostre scelte fatte in estate».
Evidentemente Salvatore Basile si riferisce al rafforzamento del gruppo in Sudamerica e in particolare in Brasile.
«Il nostro obiettivo - spiega - era quello di avere un hub in quell’area, che servisse le due Americhe. Non ci eravamo sbagliati: abbiamo avuto più visitatori di sempre e più contatti veri. Non amo dare numeri che non siano più che concreti. Perché tra contatti e contratti c’è di mezzo una erre. Tuttavia sarei molto soddisfatto se il 50-60% dei contatti in corso diventasse contratti. Un’altra risposta dai primi saloni dell’anno? Sono le grandi barche che tirano. Le medie soffrono. E l’investimento fatto nel rinnovo della gamma Custom Linee ci sta dando grandi risultati. Una situazione, a mio avviso, figlia dei mercati.

Oggi, purtroppo, non è ancora ripartito appieno il mercato del Mediterraneo, il mercato delle barche dai 40 ai 70 piedi». Un esempio per tutti? «Il Custom Line 100 - conclude Basile - non è ancora stato varato, nessuno lo ha mai visto, ma abbiamo già due contratti e due contatti in via di perfezionamento».

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