«La ricetta? Meno esami inutili e acquisti centralizzati»

Luciano Bresciani, cardiologo, vanta nel curriculum un paziente illustre con l’attuale ministro delle Riforme Umberto Bossi, è assessore alla Sanità della regione dal 2005. A lui chiediamo qual è la ricetta segreta della sanità lombarda, famosa per l’alto livello delle cure erogate, tanto da attirare pazienti da tutta Italia, e capace allo stesso tempo (unica con il Friuli) ad avere un bilancio più che in attivo.
«Il segreto? L’abbattimento dei costi impropri, ovvero quelle prescrizioni richieste dall’iperaccuratezza dei medici, che si rivelano alla fine inutili».
Ci faccia un esempio.
«Per una certa diagnosi si prescrive la lastra al torace e la risonanza magnetica, ma si è visto, che per quel caso specifico la risonanza magnetica è inutile. Ecco cosa intendo».
Come si valutano i costi propri e impropri?
«La valutazione è molto delicata, e vede il coinvolgimento di tutti i professionisti del settore alla programmazione di sviluppo. È un ragionamento che va di pari passo con le conoscenze medico scientifiche, si tratta di una conquista formativa in continua elaborazione. Merito appunto delle capacità professionali capaci di lavorare in concerto e non singolarmente».
Come è organizzato il sistema?
«La rete degli ospedali è organizzata per funzioni: gli ospedali vengono pensati e messi in rete per dipartimenti funzionali. Il sistema permette di evitare spese inutili e di intercettare la domanda, reinvestendo in ciò che i lombardi chiedono. Nel 2009 sono stati investiti 140 milioni di euro nell’oncologia»

Un altro fattore di risparmio è l’accentramento nell’acquisto dei farmaci...
«Gli ospedali ci indicano i farmaci di cui hanno bisogno, raggiunto un certo volume, facciamo un’unica gara. Le medicine così costano meno che “al dettaglio”. Non solo, la Regione paga a 90 giorni, a differenza di altre che pagano a 620: è chiaro che i fornitori dovranno caricare sul costo delle medicine anche i ritardi nel pagamento».
Come si giudicano i livelli delle prestazioni sanitarie?
«La valutazione viene fatta da tavoli di professionisti che stabiliscono dei protocolli: in Lombardia siamo in grado di portare il paziente cardiologico in 80 minuti, da quando ha manifestato il primo sintomo, su un tavolo operatorio. Il nostro obiettivo è guadagnare altri 20 minuti per raggiungere un risultato diagnostico allineato agli standard internazionali.
Il tutto con un finanziamento statale più basso rispetto alla media nazionale.
«La Lombardia riceve decine di euro pro capite in meno rispetto alla media nazionale, che si attesta intorno al 1700 euro pro capite. Il contributo statale dipende da un sistema di indicatori, inventato dal governo Prodi, basato su fattori come capacità socioeconomica, l’età media della popolazione.

Un sistema che avvantaggia certe regioni e non la nostra».
Qui rientra il discorso del federalismo fiscale...
«Certo, sarebbe giusto che le regioni all’avanguardia potessero essere avvantaggiate e fare da traino».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica