Il riconteggio delle schede alle Regionali

Per ora sono custodite in un magazzino del Consiglio regionale del Piemonte. Ma il tribunale di Asti ha già chiesto di acquisirle. E potrebbe verificarsi il paradosso di un nuovo conteggio delle schede votate dai piemontesi senza che la difesa del diretto interessato, il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, possa assistere, vigilare sull’interpretazione, interloquire. Già, perché il verdetto con cui il Tar del Piemonte, lo scorso 16 luglio, ha accolto parzialmente alcuni ricorsi contro due liste a sostegno del governatore del centrodestra eletto, disponendo che vengano di nuovo esaminate, non prevede che alla verifica siano presenti gli avvocati del presidente eletto. Con buona pace del giusto processo e del diritto alla difesa sancito anche dalla Costituzione.
La questione del nuovo conteggio delle schede senza controllo sarà sollevata, insieme a quella principale dell’illegittimità dello spoglio-bis disposto dal Tar, davanti al Consiglio di Stato, cui i legali del governatore Cota, gli avvocati Luca Procacci e Angelo Clarizia, si sono già rivolti, nonostante non sia ancora avvenuto il deposito delle motivazioni del verdetto dei giudici amministrativi. L’udienza è stata fissata per domani pomeriggio. Ed è probabile che si tratti di una nuova lunga notte, come quella di attesa per la sentenza del Tar Piemonte, resa nota a notte fonda, all’una e un quarto. Il collegio composto dal presidente Stefano Baccarini e da Marzio Branca, Carlo Saltelli, Eugenio Mele e Angelica Dell’Utri, domani deve esaminare 69 ricorsi, quello sulle Regionali piemontesi è tra gli ultimi, il numero 66. E il pronunciamento del Consiglio di Stato dovrebbe arrivare al termine della seduta, quindi in serata o in nottata.
Sul tentativo di esaminare di nuovo le schede senza contraddittorio l’avvocato Procacci va giù duro: «Il principio del giusto processo – sottolinea – vale per tutti. E invece si sta cercando di non garantirlo a noi, in aperta violazione dell’articolo 24 della Costituzione, del diritto alla difesa. Abbiamo saputo ufficiosamente che il tribunale di Asti ha già chiesto la trasmissione delle schede, con la scorta. Ma vogliono fare questo nuovo spoglio senza consentire alle parti interessate di essere presenti. La lacuna è già nel dispositivo del Tar, che dà disposizioni all’Ufficio elettorale provinciale e regionale di fare la verifica senza menzionare i difensori. Purtroppo – aggiunge – non possiamo difenderci preventivamente. Il nostro unico strumento è il Consiglio di Stato, e dunque al Consiglio chiediamo di fermare tutto».
Sul nodo principale, quello dell’illegittimità del nuovo conteggio disposto dal Tar Piemonte, l’avvocato Procacci si dice «assolutamente sereno». «Il Tar – spiega – chiede una sorta di nuova legge elettorale che non esiste. I precedenti di voto per la lista che va attribuito anche al presidente sostenuto dalla stessa lista sono consolidati. È la norma che lo prevede, pure la pubblicità sulle modalità di voto lo spiega, per non parlare delle indicazioni del Viminale. Non si possono annullare i voti attribuiti al candidato presidente ma dati solo alla lista, lo stesso Cota ha ricordato di aver votato così. E poi –continua l’avvocato Procacci – c’è dalla nostra parte anche una questione di merito.

Per quanto riguarda la lista Al centro con Scanderebech (una delle liste per le quali è stato disposto il riconteggio, l’altra è la lista Consumatori, i voti in ballo in totale sono 14mila 980, ndr) il Tar non ha tenuto conto della legge regionale del 2009 fatta proprio dalla ex presidente Bresso, che prevede che i presidenti di gruppi consiliari siano esentati dalla raccolta firme per la dichiarazione di collegamento della lista. Siamo sereni. Il vulnus che vorrebbero infliggere alla democrazia sarà sanato».

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