Cronache

Il ricordo di Eluana

2L’ADDIO
La coincidenza

con le primule in chiesa
Beffardamente la morte di Eluana è coincisa con la distribuzione davanti alle chiese delle primule che ricordavano la giornata della vita.
Adesso i cattolici avranno un'altra data da ricordare: la giornata della morte con la distribuzione di crisantemi...
2IL DONO
Gli articoli del Giornale

alla futura dottoressa
Leggo che il Giornale - Edizione di Genova, si batte sul doloroso caso della giovane Eluana Englaro.
Mi permetto comunicarvi l’intenzione di far rilegare i numeri de il Giornale dal 2 all’11 febbraio 2009 in un unico volume, con un frontespizio intitolato «In ricordo di Eluana - La medicina è missione» che desidero dare in dono alla mia nipotina Laura - figlia di mia figlia - che dovrebbe, fra quattro anni, laurearsi in medicina, come viatico per la futura «missione» non «carriera» di «dottoressa per la medicina», quindi sempre, ed esclusivamente, per la «Vita».
Constatando che attualmente è ancora molto vivo il sentimento di partecipazione alla tragica vicenda e, soprattutto, con riferimento al suo editoriale «Le vostre testimonianze, l’ultimo regalo di Eluana», attenderò, prima di procedere all’esecuzione di rilegatura, fino a quando riscontrerò non più apparire interventi relativi su il Giornale, sia sull’edizione nazionale, che sull’edizione genovese da Lei diretta.
Tra breve tempo, purtroppo, pochissimi si ricorderanno ancora di questo doloroso dramma.
Desidero quindi resti facilmente rintracciabile tutta la documentazione della generosa battaglia condotta da tutto il Giornale, per la «Vita», assistita sempre dall’amore, quale quello delle «suorine» che l’hanno curata per quindici anni, ed ancora l’avrebbero curata, se non gliela avessero sottratta, in forza di una decisione alquanto opinabile; e come il parroco don Antonio Suetta di Borgio Verezzi - mia antica parrocchia - ha fatto suonare le campane per la «defunta» Eluana, il volume composto rilegando i numeri de il Giornale sarà come un continuo suonare le campane per una «Vita, oltre la Vita».
Sento doverosamente di dovere ringraziare, oltre Lei, tutti coloro, giornalisti, opinionisti, nonché i lettori intervenuti con le loro lettere, in questa dolorosissima vicenda, sia nell’edizione nazionale che in quella genovese, per il senso di grande partecipazione, nonostante l’angoscia, che avete trasmesso in me.
Antonio Rossi
2L’AMAREZZA
È stata una morte

politicamente corretta
Egregio signor direttore, una cosa è sicura: la morte di Eluana è stata «politicamente corretta»!
Poco importa che i protocolli siano stati accelerati; poco importa che una «casa di riposo» non sia, propriamente, una struttura sanitaria; poco importa che, rubarla alle amorevoli e misericordiose suore Eluana sia morta sola, fra atroci dolori, a causa di un inevitabile blocco renale da disidratazione; poco importa che la situazione di «coma vegetativo» fosse caratterizzata da attività elettrica cerebrale; poco importa che il «caso Englaro» sia paragonabile a quello di Padre Kolbe, assassinato in un campo di sterminio nazista nella «camera della fame e della sete» ed a quello della povera Terry Schiavo in America. E che dire del terribile scenario rappresentato dalle infinite applicazioni che in un domani non lontano potrebbe avere l’eutanasia attiva («dolce morte»?). Sei down? Ti elimino. Sei vecchio, cerebroleso, autistico, epilettico? Siete «inutili» e vi elimino. Ma, come dicevo all’inizio, la morte di Eluana è stata «politicamente corretta»... È questo che importa, no?
Mario Sossi
2LA SENTENZA
In nome di una parte

del popolo italiano
Egregio dottor Lussana, in nome di una parte del popolo italiano, visto un articolo non contemlato dalle vigenti leggi, a richiesta del padre, condanniamo la cittadina Eluana Englaro, rea di trovarsi in coma vegetativo irreversibile (a detta della Scienza) da 17 anni, alla pena capitale da eseguirsi mediante distacco del sondino con il quale viene alimentata. Letto, approvato e sottoscritto. Noi, la Legge! Amen!
Aurelio Granara
2SAGGEZZA POPOLARE
Quando si diceva

che non c’è più religione
È troppo doloroso il tragico caso di Eluana Englaro perché possa passare sotto silenzio. Passeranno invece i giorni, i mesi, gli anni e il triste fatto rimarrà a turbare le nostre coscienze, perché saremo tormentati dal pensiero di aver mancato la primaria esigenza di salvare la vita di una persona. I nostri vecchi, di fronte a fatti di evidente anormalità, dicevano che non c’è più religione.

Purtroppo tocca ora a noi constatare la validità attuale di quel detto, perché ciò che è accaduto a Eluana dipende proprio dalla perdita dei sentimenti religiosi e di naturale umanità.
Bruno Cassissa

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