Ricoverate Diliberto nella sua Cuba

Quei vecchi pensionati che partono per Cuba ad accendere gli ultimi fuochi, a comprarsi ragazzette affamate dal regime, a ballare la salsa con altri trecento deficienti che si sfondano nelle discoteche: c’è più dignità esistenziale, in loro, che nella penosissima figura di un Oliviero Diliberto che adesso s’è improvvisato mediatore tra Cuba e l’Italia, da non crederci. E da non credere che importanti quotidiani, a scolare mohitos con Diliberto, possano averci spedito addirittura un inviato: così, solo per riportare le spettacolari scemenze che questo patetico figuro spara ancora sulla sanità cubana, e l’istruzione cubana, la cultura cubana, le meraviglie cubane laddove «non esiste repressione del dissenso», già già.


Ecco perché dobbiamo togliere l’embargo messo contro quel paradiso: e non date retta alle organizzazioni internazionali che documentano la galera politica, i centri di rieducazione, i cubani giustiziati solo perché cercavano di lasciare l’isola, le prigioni come colonie di affamati e tubercolotici che muoiono a frotte ogni anno, i dissidenti scomparsi o condannati all’ergastolo, le decine di giornalisti o semplici cittadini arrestati solo per aver fornito informazioni, sono tutte balle: soprattutto dopo il quarto mohito. Basta coll’embargo: Diliberto ha detto che cercherà di convincere direttamente Berlusconi. Ma sì, vieni, Berlusconi ti aspetta. Vieni avanti.
Filippo Facci

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