Politica

Ridateci la vera Bonino: la pasionaria dei diritti è diventata bacchettona

Voglio i radicali di una volta. Chi se li è presi è pregato di restituirli. Sono pronto a pagare un lauto riscatto e se la cifra si rivelasse alta sono sicuro che con una sottoscrizione popolare potremmo dare a chi li ha sequestrati tutto ciò che chiedono. Voglio i radicali delle battaglie civili. Voglio i radicali che si sono battuti contro i politici parrucconi e gli eccessi dei clericali. Voglio Pannella ma soprattutto sono pronto a fare follie per riavere indietro Emma Bonino.
Ve la ricordate l’Emma Bonino di una volta? Con quella faccia scavata e la parlata essenziale al confronto con la logorrea di Marco, Emma ci aveva stupito per il suo coraggio. Gli anni recenti ci parlano di Emma Bonino che si batte contro la pena di morte e la fame nel mondo, della battaglia per il Tibet, per il Tribunale internazionale che deve giudicare i crimini di guerra in Bosnia. Ma è l’Emma della battaglie civili che portiamo nel cuore. Senza di lei e i suoi compagni di avventura, fra cui il mitico Loris Fortuna, questo paese avrebbe conosciuto con grande ritardo il divorzio e le donne sarebbero state consegnate ancora per anni ai ferri delle mammane. Sì proprio Emma, quella che si fece arrestare e andò in carcere dopo essersi auto-denunciata per procurato aborto. Sì proprio Emma, che a New York distribuiva siringhe sterili finendo in galera. Emma l’indomita nemica dei luoghi comuni, delle abitudine secolari, sempre un passo davanti a noi, pronta a trascinarci nelle battaglie di tolleranza e di rispetto per la persona umana. Giovedì sera abbiamo visto una sua triste controfigura nella trasmissione di Michele Santoro dedicata a Noemi Letizia, la piccola Lolita a cui Berlusconi ha fatto gli auguri di compleanno.
Mi sono perso qualcosa della parabola dei radicali se invece di trovarmi di fronte ad una battagliera combattente contro il moralismo dei pasdaran di Santoro, ho visto l’ira benpensante di una nuova Emma. Quanto odio verso quelle ragazze che dallo spettacolo ambiscono a trasferirsi in politica. Dio mio le veline in Parlamento! L'orrore della Bonino era sincero. Sincero e immemore. Soprattutto immemore. Correva l'anno 1987 e la campagna elettorale per l’avvio della X legislatura fu sconvolta da una candidatura fuori del comune. Nelle liste radicali comparve Ilona Staller, detta Cicciolina, pornostar di chiara fama, eletta con ventimila voti di preferenza.
La Bonino fu molto fiera di quella trovata radicale. Qualche anno dopo, in una intervista a Sheat Hashin, organo del movimento per la parità nella rappresentanza delle donne in Israele, difese la scelta anticonformista di candidare Cicciolina: «Cicciolina ha avuto successo perché ha soddisfatto le esigenze di parecchi uomini. È una donna intelligente che ha trasformato in un business una necessità reale di migliaia di uomini». Ester Herzog, l’intervistatrice, la incalzava perché voleva sapere se la presenza della pornostar nelle liste radicale fosse avvenuta con il consenso della Bonino o no. Ecco la risposta: «Io dissi che la candidatura di una persona al parlamento si può impedire se si tratta di un criminale ma non se si tratta di una pornostar» perché, spiegava infine Emma, «lo scandalo principale era il fatto che c’erano due luoghi sacri in Italia: il Parlamento e la Chiesa». Ipse dixit.
La battaglia per eleggere Cicciolina e difendere il suo diritto ad essere presente in parlamento non è l’unica né l’ultima sorpresa dei radicali e di Emma Bonino che hanno continuato ad irrompere sulla scena politica italiana con il loro carico di idee libertarie. L'obiettivo è sempre lo stesso: rompere le incrostazioni del conformismo e combattere tutti i retaggi della società antica. Sono i radicali in prima fila nella battaglia per la legalizzazione delle droghe, è a loro che si rivolgono quanti temono un rigurgito di clericalismo nella politica italiana. Persino la presenza di Emma Bonino nelle liste del Pd è messa in forse dall’idea di dover convivere nello stesso gruppo parlamentare con la teodem Paola Binetti.
Questo fino a ieri l’altro. Poi l’ultimo colpo di scena durante il processo tv contro Berlusconi ma soprattutto contro la diciottenne Noemi che dice «papi» al premier. Qui la Bonino non si mantiene. Lo scandalo è troppo grande. Il capo del governo non può partecipare alla festa di compleanno di una bella ragazzina napoletana. La sua presenza nel ristorante vicino Capodichino è intollerabile. Deve essere successo qualcosa in questi anni per trasformare una combattiva e persino spudorata paladina del diritto di una pornostar in una anziana e timorata signora che si scandalizza alla sola idea che delle ragazze che fanno parte del mondo dello spettacolo, in modo lecito e visibile, le famose «veline», sognano di essere elette in Parlamento. Questa volta Bonino tiene in pugno il Cavaliere. «Berlusconi disprezza le donne» tuona ad Annozero. E parla di quello stesso Berlusconi che la nominò commissario europeo nel 95.

Ingrata.

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