RIDISEGNÒ ANCHE «IL GIORNALE» Addio a Maoloni, architetto delle notizie

Originario di Orvieto, aveva 67 anni. I suoi progetti grafici per molti quotidiani fecero scuola e anticiparono i tempi

Dicono che i giornali siano fatti per essere letti. In parte è anche vero. Ma prima di leggere si guarda. E dopo aver guardato e letto, a volte si osserva. E se il redattore si occupa del «leggere», al grafico compete la difficile materia del «guardare» e poi dell’«osservare». Piergiorgio Maoloni, morto venerdì scorso a Roma, faceva questo lavoro silenzioso: il lavoro del grafico editoriale.
«Vestire» le pagine dei quotidiani è fatica spesso improba. A un certo punto del pomeriggio (o della sera, o della notte) arriva la notizia «da dare bene», e la pagina quasi pronta per andare in stampa finisce dritta dritta nel cestino. È allora che si vede di che pasta è fatto il grafico. Se riesce, spostando un piano, «specchiando» una costruzione, a rimettere in piedi la baracca.
Maoloni, che fra molti quotidiani ridisegnò, anni fa, anche quello che avete ora fra le mani, esercitava la difficile arte dell’architettura applicata alla notizia, che è come dire della certezza applicata all’incertezza, della materia applicata al concetto. Costruiva, cioè, quegli impianti, quelle impronte riconoscibili che fanno di ogni testata un unicum (al di là dei contenuti).
Originario di Orvieto e laureatosi (appunto) in architettura, Maoloni ci ha lasciato all’età di 67 anni, molti dei quali trascorsi fra righelli e colonne, fotografie da tagliare e sommari da alleggerire. Aveva iniziato al Messaggero, lavorando con Pasquale Prunas, e aveva poi proseguito, di redazione in redazione, un lungo cammino fatto di idee. Messosi in proprio con lo studio romano nei pressi di piazza Navona, prese «in cura» fogli autorevoli ma decaduti oppure brillanti ma fragili. Lo chiamavano anche all’estero, Stati Uniti, Polonia, Turchia, Francia...


La qualità più rilevante di Maoloni è stata probabilmente l’aver anticipato (e poi vissuto da protagonista) la rivoluzione tecnologica nel mondo dell’informazione, con i quotidiani che rincorrono le televisioni, le televisioni che rincorrono Internet e Internet che rincorre la realtà. Senza mai perdere, tuttavia, il rispetto per quel prodotto affascinante ma rapidissimamente deperibile che è il giornale. Da guardare, leggere e osservare.

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