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Ridotta da 10 a 8 anni la condanna di Rabei, la mente dell'11 marzo

L'egiziano era imputato per terrorismo internazionale. E' considerato l'organizzatore principale delle stragi del 2004 a Madrid. Pena ridotta anche per il suo "discepolo" Yahya. Il legale: "Ricorreremo alla Corte europea"

Ridotta da 10 a 8 anni 
la condanna di Rabei, 
la mente dell'11 marzo

Milano - La terza corte d’assise d’appello di Milano ha ridotto da 10 a otto anni la condanna nei confronti di Osman Rabei, imputato per terrorismo internazionale e considerato la "mente" degli attentati dell’11 marzo 2004 a Madrid. Anche il suo "discepolo" Rajeh Yahya ha avuto ridotta la condanna da cinque a quattro anni. I giudici di secondo grado hanno riconosciuto a Rabei la sola partecipazione all’associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale e non il ruolo di organizzazione del gruppo. A Yahya sono state invece riconosciute le attenuanti generiche. Per Rabei, noto anche come Mohamed l’Egiziano, il processo più importante arriverà però a una prima conclusione mercoledì prossimo, quando a Madrid sarà emessa la sentenza per le stragi dell’11 marzo. La pubblica accusa ha chiesto ai giudici della Audiencia National una condanna a 47mila anni di carcere per ognuno degli imputati.

Ricorso alla Corte europea "Ricorreremo alla Corte europea dei diritti dell’uomo perché è stato celebrato un processo ingiusto con una sentenza che non tiene conto che le intercettazioni, perno dell’accusa, erano state smentite nel processo parallelo di Madrid". È questo il commento dell’avvocato Luca D’Auria, difensore di Osman Rabei, condannato a otto anni di reclusione per partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. L’avvocato spiega che in primo grado la condanna dei 10 anni era come organizzatore mentre adesso Rabei è stato condannato come semplice partecipante.

"Ma lui ha sempre negato anche la mera partecipazione all’associazione, che tra l’altro gli viene contestata anche nel processo spagnolo insieme alle stragi, cioè viene processato due volte in due Paesi diversi per lo stesso reato" conclude il legale.

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