Ernesto Cazzaniga*
La settimana scorsa è uscita una intervista fatta al segretario dellUnire, Franco Panzironi, dal nuovo direttore del quotidiano ippico, Luigi Colombo (al quale vanno i miei più sinceri auguri di un buon lavoro) del quale si apprezzano già i primi effetti. Lintervista sia per i contenuti sia per la forma era giocata sullassunto sintetizzato nel titolo: «Panzironi, buono o cattivo». Panzironi non è stato né buono né cattivo, forse la questione andrebbe vista in questo senso: Panzironi è stato utile o meno? Luomo non è dei più facili, carattere deciso ed a volte anche duro. Ritengo sia stato luomo giusto al posto giusto. Aggiungerei capace, in un momento drammatico che ha attraversato lippica, per niente ancora concluso. Lippica è vissuta dal dopoguerra con una componente direzionale a maggioranza ippica, dopo le riforme legislative è passata ad una gestione politica. Un triplo salto mortale che non poteva non lasciare segni evidenti in un sistema che di fatto aveva vissuto per anni di sostanziale assistenzialismo, compromessi e accessori vari. Conseguentemente ad un mercato delle scommesse riservato quasi ai soli giochi ippici ed esasperatamente chiuso a pochi operatori, che hanno fatto il loro mestiere di quasi monopolisti, forse non era possibile fare meglio. Questo stato di cose faceva comodo a tutti, alle società di corse, per anni impegnate a farsi i loro affari, alzando la voce soltanto per ottenere qualche cosa a loro vantaggio, al resto della collettività ippica che, bene o male, ha vissuto e proliferato, anche se con poca lungimiranza. Vale la pena rilevare, lentusiasmo e ladesione incondizionata di alcune e ben identificate società di corse a questo nuovo equilibrio paghe di avere messo a capo dellUnire un loro rappresentante. Panzironi, arrivato successivamente a questi eventi, ha fatto quanto si poteva fare, malgrado alcune e ben identificate parti del mondo dellippica che, per interessi anche non convergenti, ciascuno con un proprio obbiettivo, con la riserva mentale di litigare successivamente una volta raggiunto lobbiettivo, hanno cercato e continuato in tutti i modi di contrastarlo, attraverso campagne denigratorie, portate avanti dal solito Maurizio Mattii e la sua «fantomatica Intercategoriale», buona per tutti gli usi e tutte le stagioni.
Ultimo esempio della serie, è stato il «convegnetto» di qualche giorno fa, in quel di Montegiorgio, pomposamente autodefinitosi: «Ippica del futuro». Hanno partecipato varie personalità ippiche, tra cui anche lex presidente Unire Melzi dEril, praticamente i soliti noti, con in più il nuovo presidente dellAnact, Roberto Brischetto, il quale pare abbia sostenuto la necessità di un riequilibrio del premio aggiunto a favore dei proprietari. A casa mia un riequilibrio vuole significare che a qualcuno vada tolto qualche cosa a favore di un altro, appunto per riequilibrare. Parrebbe di capire che gli allevatori devono rinunciare ad una parte del loro premio aggiunto a favore dei proprietari? Forse lunica soluzione possibile sembra sia quella di utilizzare prioritariamente, a questa giusta aspirazione dei proprietari, parte degli introiti derivanti dalle nuove scommesse, Tris, quartè e quintè. Dopo il consueto «sbrodolamento» di Maurizio Mattii sui conti Unire e sui soldi - a suo dire - mancanti per effetto dei regali fatti a destra e a manca dal segretario Panzironi, dulcis in fundo, si è assistito al terribile «ruggito del coniglio» nella persona dellex presidente dellUnire Melzi dEril, il quale ha auspicato un maggiore «riequilibrio» (anche qui), e liberalizzazione tra i grandi gestori del gioco, Sisal, Lottomatica e Snai, a favore delle Società di corse, immagino.
* ex presidente dellAnact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)
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