Il tribunale del Riesame boccia la richiesta degli arresti domiciliari per Friedrich Vernarelli, considerandolo immaturo e irresponsabile. Resta quindi in carcere il trentunenne che la notte tra il 17 e il 18 marzo, alla guida della sua auto, investì e uccide Elizabeth Anne Gubbins e Mary Clare Collins, turiste irlandesi di 27 e 28 anni, nei pressi di Castel SantAngelo, fuggendo subito dopo. I giudici lo hanno deciso il primo aprile e ieri hanno reso nota la motivazione.
«Sebbene abbia 31 anni - spiegano - ha dimostrato di avere una personalità immatura, incosciente e in definitiva irresponsabile, oltre che refrattaria allosservanza delle regole, e sotto tale profilo non appare dunque meritevole, allo stato, anche di quella fiducia che giustifica lapplicazione di una misura la cui osservanza è rimessa altresì al senso di autodisciplina e allautocontrollo di chi vi è sottoposto».
Secondo il collegio del Riesame, presieduto da Antonio Lo Surdo, la prigione è lunica misura idonea per scongiurare il pericolo che il giovane commetta nuovamente lo stesso tipo di reato, in quanto considerato poco affidabile. «La personalità di Vernarelli - secondo il Riesame - non offre adeguate garanzie di rispettare gli obblighi connessi alla misura autocustodiale e, a maggior ragione, alle misure non detentive». Non esisterebbero, invece, concreti elementi per temere il pericolo di fuga.
Il tribunale affronta poi lipotesi sollevata dallavvocato Giovanni Marcellitti, difensore di Vernarelli, che quel giorno il suo assistito non fosse al volante dellauto che massacrò le due turiste. Dubbio, che secondo il legale, deriverebbe da una iniziale discordanza di alcune testimonianze. «Questo è smentito dalle stesse dichiarazioni dellindagato - si legge nella motivazione - che ha dichiarato al gip e al pm, su espresse e ripetute domande, di essere stato lui alla guida della vettura». Secondo il tribunale, inoltre, sulla base degli atti acquisiti, appare altamente probabile che il trentunenne verrà condannato per i reati che gli sono stati contestati. Ancora più duro il giudizio del Tribunale sulla condotta di Friederich, al volante ubriaco. «Comportamento tanto più grave - spiega il Riesame - dal momento che egli stesso ha riferito di non essere abituato a bere, e evidentemente non era in grado di avere la benché minima padronanza del mezzo condotto, come dimostra quanto accaduto prima e dopo lincidente mortale». Dunque lentità della colpa addebitabile allindagato è a parere del collegio «al massimo grado» perché cera la concreta possibilità, che con quellelevato grado di tasso alcolico nel sangue lautomobilista potesse causare, come poi è successo, eventi lesivi a cose e persone, che avrebbero potuto avere conseguenze anche più tragiche. Infine, sul rifiuto dei domiciliari pesano le due sanzioni che il ragazzo ha ricevuto in passato «per gravi infrazioni al codice della strada». In un caso Vernarelli fu fermato, infatti, per aver superato i limiti di velocità e nellaltro per aver percorso una strada viaggiando nella corsia riservata ai mezzi pubblici, sorpassando veicoli fermi al semaforo e invadendo lopposto senso di marcia. «Si tratta di precedenti che denotano unassoluta incapacità di rendersi conto delle situazioni di pericolo - concludono i giudici nelle quattro pagine che spiegano la loro decisione - e lancor più pericolosa convinzione di essere in grado, grazie alla propria abilità, di guidare nel più totale disprezzo delle regole.
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