Rifiuti, dall’Europa cartellino giallo a Napoli

NapoliDue mesi di tempo per dimostrare che Napoli può farcela a spazzare via dalle sue strade le montagne di rifiuti che assediano centro e periferia. Tre giorni fa, l'annuncio che fosse pronto un richiamo all'Italia, per l’emergenza rifiuti nella città governata dal sindaco Luigi De Magistris. Mittente il commissario europeo all'ambiente, Janez Potocnik. Ieri da Bruxelles è arrivato l'ultimatum all’Italia affinché ponga fine «con azioni precise e in tempi brevi» all’emergenza rifiuti a Napoli. La Commissione europea ha quindi inviato a Roma un lettera di messa in mora a Governo, Comune, Provincia e Regione Campania. Ci sono solo due mesi di tempo per dimostrare che il problema possa essere risolto.
Se, anche dopo l'ultimatum di Bruxelles, il problema dovesse restare insoluto l’Italia e Napoli sarebbero inevitabilmente condannati dalla Corte di giustizia dell’Ue con l'aggravante di una pena accessoria consistente in una pesante ammenda. Spiega Joe Hennon, portavoce del commissario all'ambiente Janez Potocnik che «nel calcolo delle sanzioni, su cui decide la Corte Ue, entrano in gioco molto fattori ma considerando che l'Italia è un grande Paese l'ordine di grandezza ipotetico sarebbe di numerosi milioni di euro». Il ministro per le Politiche europee Anna Maria Bernini spiega che Bruxelles «non contesta il nostro piano di gestione dei rifiuti nei contenuti, dice solo che non lo stiamo attuando correttamente, che dobbiamo farlo in fretta». E aggiunge: «In due mesi non faremo miracoli per convincere la Commissione, ma dobbiamo presentarci con un approccio serio, unanime e condiviso». Ma se arriva la multa, a chi toccherà pagare? Dalla Lombardia mette le mani avanti il presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni: «Se ci saranno sanzioni dovranno essere addossate a Napoli».
A dire il vero, la spazzatura da Napoli non è mai sparita del tutto. Anzi. La periferia a nord della città governata da 4 mesi dall’ex pm, non è mai stata pulita. I cumuli di spazzatura ci sono sempre stati a Scampia, a Chiaiano e nei quartieri limitrofi. Ora, però, l'emergenza è riaffiorata anche in altri quartieri, centro compreso e anche i roghi notturni sono tornati a impegnare decine di squadre dei vigili del fuoco. C’è solo un uomo che, nonostante l'evidenza, continua a ripetere che Napoli è una città pulita: De Magistris. Anche un giornale amico come Repubblica, che ieri ha replicato il reportage del Giornale a distanza di un mese, ha mostrato i luoghi dove si trovavano decine di cumuli lunghi 10 metri e alti 2, sbugiardando l'ex pm. Un anno e mezzo fa i giudici europei condannarono l'Italia per non aver istituito in Campania (si era nell'immediato dopo Bassolino) «un sistema integrato adeguato per la gestione dei rifiuti». Bruxelles ritiene che quella sentenza non sia stata adeguatamente applicata. Anzi, la Commissione europea avrebbe constatato «che apparentemente sono state prese ben poche misure, comprese le spedizioni, per garantire una regolare gestione dei rifiuti fino a quando entreranno in funzione gli impianti previsti». Nella sua lettera la Commissione europea sostiene che, in attesa dei nuovi termovalorizzatori (che il duo De Magistris - Sodano, quest'ultimo vice sindaco, vedono come i cattolici una moschea davanti al Vaticano) «occorre urgentemente fare in modo che quanti più rifiuti possibile siano inviati a smaltimento o recupero in altre Regioni italiane o in altri Paesi».

Da Bruxelles è arrivata un’altra mazzata agli ideologi del «non nel mio cortile»: «Aumentare la capacità delle discariche presenti, realizzarne delle nuove, aggiungere tre termovalorizzatori a quello già esistente di Acerra e incrementare la raccolta differenziata e il riciclo».
Troppo tempo è trascorso lamentano da Bruxelles: adesso l'Europa vuole vedere risultati a breve termine, senza attendere i progetti per il 2013-2014.
carminespadafora@gmail.com

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