Politica

Rifiuti, il premier si sfoga: pm ostruzionisti

da Roma

«Altro che tela di ragno di Berlusconi, qui la ragnatela stanno cercando di costruircela intorno i magistrati». Il via libera al disegno di legge sulle intercettazioni è arrivato da qualche minuto quando sul tavolo del Consiglio dei ministri si affaccia la questione magistrati. Il premier, infatti, non ha gradito le indiscrezioni di alcuni giornali secondo i quali sarebbe intenzionato a far passare una norma per congelare i processi che lo riguardano. Anzi, per Berlusconi il punto è tutt’altro. Perché in questo primo mese di legislatura, spiega il Cavaliere, seppure in modo indiretto, è stata soprattutto la magistratura a ostacolare «il nostro lavoro». Quello del termovalorizzatore di Acerra è per Berlusconi il «caso-scuola». E lo cita. Perché, dice ai ministri, «il giorno dopo che sono andato a Napoli» e «ho detto che per fine anno il termovalorizzatore sarebbe stato pronto», la procura «decide di intervenire» e sequestra le carte nella sede dell’Impregilo. Di fatto dando il via allo stop dei lavori. Insomma, chiosa Berlusconi, «una reazione immediata». Peraltro su un tema tanto delicato come quello dell’emergenza rifiuti, che più si avvicina il caldo estivo - confidava nei giorni scorsi il premier ai suoi collaboratori - più «rischia di diventare una vera e propria emergenza sanitaria».
D’altra parte, proprio per evitare situazioni simili, nel decreto approvato nel Consiglio dei ministri che si è tenuto sotto il Vesuvio si era deciso di assegnare la competenza di tutte le inchieste sui rifiuti campani alla Procura di Napoli, così da avere una sola regía (attribuita al procuratore capo) ed evitare che pm di uffici diversi - e dunque senza un’uniformità di giudizio - decidessero di intervenire su discariche e termovalorizzatori rallentandone ulteriormente i lavori. L’istituzione della superprocura, però, aveva incontrato le resistenze dei magistrati, con tanto di lettera di protesta al Csm sottoscritta da 75 sostituti napoletani. Una scelta che nelle conversazioni private il Cavaliere aveva più d’una volta definito «scontata». Insomma, «mi sarei stupito del contrario».
Durante il lungo Consiglio dei ministri, poi, il Cavaliere si dilunga anche sui suoi trascorsi con la giustizia, incassando la comprensione di Raffaele Fitto. «Presidente, solo chi è passato per quel calvario può capire cosa significa», dice il ministro per gli Affari regionali, ricordando i suoi trascorsi da governatore della Puglia. Si torna infine sul capitolo intercettazioni. E Berlusconi ribadisce la sua convinzione ad «andare avanti» perché «gli italiani ce lo chiedono». Concetto su cui torna a sera durante un collegamento telefonico con una convention elettorale a Messina. «In poche settimane - dice - il gradimento nei confronti del governo è arrivato al 67%.

E i primi provvedimenti che abbiamo adottato sono stati colti in modo positivo da almeno l’80% degli italiani».

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