Per Rifondazione è quello cileno il vero 11 settembre da celebrare
12 Settembre 2005 - 00:00Ground Zero è superato: «Liberazione» preferisce dedicare la copertina al golpe di Pinochet
Massimo Malpica
da Roma
Lundici settembre nellimmaginario collettivo è il giorno del terrore: da allora la storia ha unaltra data nera da ricordare. Per Liberazione, invece, l11/9 da prima pagina è il golpe cileno, avvenuto nello stesso giorno dautunno, ma 32 anni fa. Per il quotidiano di Rifondazione la faccia dellorrore non è quella di Bin Laden ma quella del generale Pinochet o chissà, per loro il generale cileno è solo più fotogenico dello sceicco arabo.
Eppure da quell11 settembre 2001 non cè nulla che possa sciogliere nella nostra mente il legame indissolubile tra quella data e le immagini dellattacco agli Usa: gli aerei che sinfilano nelle Torri gemelle sventrandole e scomparendo in una palla di fuoco, la gente disperata che si lancia giù dai grattacieli, limmensa nube di polvere che si alza dalle macerie e ingoia Manhattan. Meno di due ore e tutto il mondo era cambiato. Era ieri, quattro anni fa. E se a qualcuno fosse sfuggito il calendario, tv, giornali e siti web hanno provveduto a ricordare lanniversario, con più o meno enfasi a seconda della latitudine geografica e politica.
Anche il giornale di Rifondazione ha raccontato il quarto «nine eleventh» da Ground Zero, a pagina due, «tra miraggi daffari e fiera del dolore». Ma al momento di decidere cosa mettere «in vetrina», la scelta è stata diversa. In prima pagina campeggia una grande foto in bianco e nero di Augusto Pinochet a braccia conserte, dopo il golpe del 1973 a Santiago del Cile, quando il governo di Salvador Allende fu rovesciato nel sangue. Dopo quattro anni in cui per la sinistra Bin Laden ha privato lex dittatore del ruolo che meritava, pare sia giunto il momento di restituire a Pinochet quel ricordo che laltro undici settembre aveva oscurato.
Eppure anche Liberazione, appena un anno fa, aveva raccontato l11/9 tre anni dopo, e non 31, in un editoriale e in uno speciale inserto, nei giorni delle due Simone sequestrate in Irak. Ma in Cile, alla fine di questanno, si andrà a votare: gli attentati alle sedi del partito comunista del Paese sudamericano in occasione dellanniversario del vecchio golpe cambiano equilibri e prospettive in un giornale dal Dna inequivocabilmente rosso. E fintanto che la «lenta decadenza dellanziano ex dittatore» non si decida ad accelerare, Ground Zero può attendere: lundici settembre torna a essere cileno.