Antonio Signorini
da Roma
La riforma della previdenza complementare non peserà sui conti dello Stato, non aggraverà la finanziaria del 2006. E, alla fine, non è escluso un via libera al provvedimento anche da parte dei sindacati che per il momento hanno bocciato il decreto legislativo approvato venerdì sera dal governo. Le rassicurazioni arrivano dal ministro del Lavoro Roberto Maroni che ieri ha risposto ai dubbi sollevati dal viceministro dellEconomia Mario Baldassarri sul costo che dovrà sostenere lo Stato per le compensazioni alle imprese, private delle quote del Trattamento di fine rapporto dei lavoratori.
La riforma, ha spiegato ieri Maroni, «non ha nessun problema di copertura. Siamo totalmente tranquilli, il problema non esiste». Non serviranno, quindi, quei 500-600 milioni di euro di cui ha parlato Baldassarri già dal 2006 per finanziare il credito agevolato alle aziende: «Abbiamo la relazione tecnica del provvedimento bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato e sono otto mesi che facciamo analisi e simulazioni con il ministero dellEconomia e la Ragioneria». Laltro nodo è quello dellaccordo con i sindacati che anche ieri hanno criticato la riforma, in particolare per quanto riguarda lequiparazione dei fondi pensione privati e quelli contrattuali che nel testo approvato dal governo hanno diritto ai medesimi sgravi fiscali. «Spero che alla fine si possa trovare un accordo con i sindacati», ha detto Maroni.
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