Rinasce la Democrazia cristiana: «Ci rimpiangono 3 italiani su 10»

La sede è in via del Gesù, lo statuto è quello dello scudocrociato. Tre i valori di riferimento: Dio, patria e famiglia. L’affondo sull’aborto

Francesco Kamel

da Roma

«Dunque, diciamo che torniamo dopo 11 anni». Gianfranco Rotondi sceglie una battuta semplice ma carica di significato per iniziare il congresso che ha segnato la nascita della Democrazia cristiana per le autonomie. A Roma, all’hotel Summit hanno risposto oltre 2mila persone all’appello del deputato ex Udc. Vicino a Rotondi, nelle vesti di «padri fondatori» c’erano il senatore Mauro Cutrufo, l’europarlamentare Paolo Cirino Pomicino e Giampiero Catone, editore del quotidiano La Discussione. Nella sala strapiena si respirava tanta nostalgia per la «balena bianca» e molta voglia di ripartire. Tanto che Rotondi è stato designato segretario per acclamazione ancor prima di esporre la propria relazione.
Ad assistere al «battesimo» c’erano per il centrosinistra Renzo Lusetti (Margherita), Gianfranco Pagliarulo (Pdci) e Giovanni Russo Spena (Rifondazione). Per l’altro versante Francesco Nucara del Pri, Antonio Mazzocchi e Publio Fiori (An). In prima fila anche il socialista Gianni De Michelis, Fabrizio Cicchitto di Fi («Sono qui come osservatore attento») e Alessandra Mussolini di Alternativa sociale seduta accanto a Franz Turchi. In sala c’era anche Marco Ravaglioli, genero di Giulio Andreotti, giunto appositamente da Madrid.
La prima relazione è stata quella di Cirino Pomicino: «Con la nostra iniziativa vogliamo rilanciare l’identità della Dc. La nostra missione non è fare l’ennesimo partitino del 2%, ma innescare un meccanismo virtuoso con cui da un lato si recupera l’identità e dall’altro si fonda un’area politica culturale in cui fonderci come Dc». Sul futuro Pomicino non si è sbilanciato: «Le alleanze con altri soggetti politici le affideremo al congresso nazionale previsto per fine anno». In questa fase la Dc vuole smarcarsi dai poli per presentarsi come il terzo incomodo moderato e d’ispirazione cattolica. Idea espressa anche dal senatore Cutrufo: «Con la nascita della Dc offriamo uno strumento a tutti coloro che sono sulla linea del localismo sturziano. Questa politica non rappresenta più i territori». «Il nostro - ha sottolineato - sarà il partito della gente e di nessuno in particolare. Saremo il punto di riferimento per tutti i democristiani che si trovano all’interno di piccole liste come ad esempio le liste civiche». Dopo l’intervento di Cutrufo è toccato all’«ospite di riguardo» Raffaele Lombardo e poi al segretario.
Rotondi ha chiarito che «il partito probabilmente andrà da solo alle Politiche del 2006. Una volta ci vedevano “brutti, sporchi e cattivi” ma adesso ci rimpiange il 35 per cento degli italiani». Quindi ha precisato che «i valori di riferimento sono tre: Dio, patria e famiglia». La Dc è «un partito di chiara ispirazione cristiana, senza commistioni tra laici e cattolici. E poi basta «con la Chiesa trattata da lobby elegante con un insopportabile clericomoderatismo». «Noi - ha rivendicato il segretario - siamo cattolici democratici e non sfideremo gli altri nella rincorsa della tonaca». Dopo le premesse, il primo affondo: «Sulla 194 mi fa impressione un certo mondo cattolico che si indigna per l’embrione e non fa nulla sull’aborto». Rotondi ha poi criticato «il sistema maggioritario che non ha distrutto la Dc ma la politica. Meglio il «proporzionale e il ripristino della preferenza».
La relazione ha scaldato una platea generosa di applausi e al termine dell’intervento del segretario, l’assemblea si è sciolta in un turbinio di abbracci tra decine di ex democristiani d’annata in cerca di casa.
L’assemblea ha nominato Cutrufo vicesegretario e Cirino Pomicino nuovo direttore politico della Discussione. Catone è stato designato segretario organizzativo. L’assemblea ha poi adottato lo statuto della vecchia Dc. Nel segno della tradizione anche la sede che è stata posta a piazza del Gesù. Rotondi ha poi annunciato che «a metà luglio ci sarà la riunione del consiglio nazionale che eleggerà il presidente». Al termine delle relazioni, Laura Scalabrini e Giorgio De Gregorio hanno annunciano di volersi federare con i rispettivi movimenti, radicati in Campania e Puglia.
In serata il successo dell’iniziativa ha creato qualche malumore. «Il nuovo partito - ha commentato il senatore Udc Maurizio Ronconi - tenta di traghettare verso qualche collegio i soliti incalliti professionisti della politica».

Un’entrata a gamba tesa prontamente ricambiata dal responsabile Enti locali della Dc Franco De Luca: «Rotondi e Pomicino professionisti della politica? Professionisti, appunto, non dilettanti come il senatore Ronconi». Il derby del centro è appena iniziato.

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