Cronaca locale

«Riporteremo la legalità nei quartieri ghetto»

Le prime intimidazioni arrivano dalla finestra del secondo piano. Qui vivono la signora «Gabetti» e famiglia, finite nel mirino della magistratura con l’accusa di gestire il racket delle occupazioni abusive nelle case comunali. Madre e figlia si sporgono dal davanzale e iniziano a urlare: «Ti ammazzo, ti ammazzo con le mie mani. Te ne devi andare, altrimenti di faccio quello che non ho mai fatto a nessuno». Un turpiloquio in dialetto siciliano, interrotto da un brusio di incredulità e timore.
Milano, zona Niguarda, via Padre Luigi Monti, ore 11.30. Dopo le denunce dell’associazione Sos racket e usura e l’inchiesta pubblicata su questo giornale, l’assessore regionale alla protezione civile Stefano Maullu ha deciso di verificare direttamente cosa succede in questo angolo di città. Cammina accanto al presidente di Sos racket Frediano Manzi scortati da una ventina di agenti. Le minacce sono tutte per lui, per Manzi «colpevole» di aver inchiodato con un filmato la signora Giovanna Pesco mentre cercava di «vendere» agli abusivi un appartamento, dietro compenso.
Bastano pochi minuti, un giro negli edifici per contare le porte degli alloggi occupati, e in strada scende il resto della banda dei civici 9,15,16,23. Quattrocento anime rinchiuse in altrettanti appartamenti, l’80 per cento abusivamente, pronti a rivendicare la legittimità delle loro posizioni. «Fanno bene ad occupare, questi cristiani devono andare a dormire da qualche parte o no? Datela prima agli italiani la casa invece che agli stranieri». Manzi infila nella caselle della posta un appello ai cittadini perché collaborino con le forze dell’ordine e loro rispondono gridando ancora più forte.
«Siamo qui per manifestare la vicinanza delle istituzioni alle persone per bene e per dare un sostegno alle associazioni, come Sos racket e usura, che lottano contro la criminalità. Queste sacche di illegalità non possono più essere tollerate» dichiara Maullu. E non ha alcuna importanza in questo caso la carica politica, la sua presenza qui è in veste di dirigente del Pdl e come rappresentante delle istituzioni. «C’è bisogno di agire su un doppio binario: da una parte garantire una maggior presenza delle forze dell’ordine dall’altra evitare le occupazioni abusive» ripete l’assessore. Quello che conta è far capire alle persone che non sono sole. «Nei prossimi giorni andrò in altri quartieri della città. Questa è una situazione che lascia sconcertati. Tutti sanno, ma la gente vive in un clima di omertà. Il messaggio che deve passare è che niente rimarrà impunito e le istituzioni ci sono». L’arrivo dell’Aler come gestore degli stabili popolari è già un notevole passo avanti. Sì certo, però c’è bisogno anche di interventi concreti, di un’azione forte e decisa. Anche a fronte delle denunce spesso inascoltate dei cittadini. «Le segnalazioni arrivano a chi è competente ed è suo dovere usare le forze al meglio».
Magari fosse l’unico caso isolato questo in via Luigi Monti. «Ci sono venti quartieri conciati così - continua Frediano Manzi - ne abbiamo individuati cinque dove regnano spaccio e abusivi. Lo scopo della nostra associazione è far vivere bene la gente e ringrazio l’assessore per la sua presenza. Trovo inaccettabile non poter più girare in queste zone come liberi cittadini perché veniamo continuamente minacciati». È passata un’ora, il giro è finito. In strada c’è ancora la figlia della signora «Gabetti», guarda la polizia mentre si allontana insieme a Maullu e Manzi: «Ci vediamo in tribunale», promette.

«E ricordatevi che qui nemmeno con l’esercito ci buttano fuori».

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