Roma

A rischio il centro trapianti di fegato

Lo smantellamento graduale dell’Istituto tumori Regina Elena, che fa capo all’Ifo, è approdato al Senato. Qui una delegazione di medici e ricercatori ha denunciato, al relatore della commissione d’inchiesta sugli ospedali Cesare Cursi (An), il danno incalcolabile che il frazionamento di alcuni reparti e il trasferimento di altri provocherebbero soprattutto ai pazienti. Cursi ha assicurato che si farà carico di esporre la situazione al ministro Livia Turco. «Più che un’ottimizzazione gestionale - spiega il senatore - sembrerebbe una vicenda condizionata da favori personali contro l’interesse pubblico, considerando soprattutto il valore dell’attività svolta nel centro che si occupa di una patologia, come quella del tumore del fegato, che è al quarto posto per numero di pazienti colpiti. Questo contestato progetto, peraltro, ha dei costi elevatissimi relativi alla costituzione di un nuovo centro, presso lo Spallanzani, ancora privo di attrezzature e anche delle competenze minime necessarie. Spese che sarebbero da affrontare con i fondi del servizio sanitario regionale già gravato da un cospicuo deficit finanziario». Secondo i medici si tratterebbe, insomma, di un progetto più ispirato a una logica nepotistica che alla necessità di operare risparmi nell’ambito del piano di riordino della rete ospedaliera. Infatti l’operazione di smantellamento del Centro «avrebbe lo scopo di favorire il mantenimento in servizio del professore Eugenio Santoro, un primario che ormai, a 69 anni, avrebbe già superato il limite dell’età pensionabile. Cosicché, mi dicono - spiega ancora Cursi - verrebbe smantellato il centro trapianti dello stesso ospedale, mentre il primario con altri 4 chirurghi, tra cui il figlio Roberto in servizio presso lo stesso reparto del padre, sarebbero trasferiti in un nuovo centro ancora da costruire allo Spallanzani dove Santoro andrebbe ad assumere la direzione. All’Ifo rimarrebbe invece un reparto «disgregato» che dovrebbe essere affidato a un ex «aiuto» dello stesso Santoro, il dottor Alfredo Garofalo che diverrebbe primario a chiamata, ossia senza aver superato alcun concorso pubblico nazionale come stabilisce la legge in vigore».
Trattandosi di ipotesi, Cursi è intenzionato ad accertarne la fondatezza. Per farlo, deve cominciare dall’eventuale regista dell’intera operazione. «Mi è stato riferito che l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia conosce bene il professor Eugenio Santoro e sembra che i due siano anche vicini politicamente. Se così fosse - aggiunge - si spiegherebbe pure perché Battaglia avrebbe già pronta nel cassetto la proposta di nomina, che comunque dovrebbe firmare il presidente della Regione Piero Marrazzo, per la designazione di Santoro a presidente del Comitato di indirizzo del Regina Elena: importantissimo organo di programmazione e controllo dell’Istituto.

La nomina sarebbe inammissibile per un primario interno al Regina Elena, ma se Santoro fosse nominato allo Spallanzani cadrebbe ogni vincolo di incompatibilità».

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