«A rischio il sistema industriale del continente»

Moltrasio: «Il governo sta difendendo la competitività di tutti, non solo la nostra. La sinistra? Aveva obiettivi irraggiungibili»

da Roma

Andrea Moltrasio, vicepresidente di Confindustria per l'Europa, il commissario europeo Dimas dice che la direttiva sul clima non costerà troppo...
«Mi spiace sostenga queste cose. E poi, anche se i costi fossero inferiori rispetto alle previsioni, c’è un problema di fondo che noi abbiamo rilevato negli ultimi tempi, un certo strabismo. Bisognerebbe stare attenti anche alla competitività del sistema delle imprese europee».
L’Italia, con il pacchetto così com’è, potrebbe spendere 181 miliardi in nove anni. È accettabile?
«È una cifra insostenibile».
Quindi cosa bisognerebbe fare da qui a dicembre?
«Credo che ci sia il tempo per analizzare con attenzione le proposte del mondo industriale europeo e fare un’analisi sui costi-benefici per ogni Paese».
È vero che vi siete ritrovati da soli a fare la battaglia contro la Kyoto europea?
«No, con i tedeschi, con l'industria francese e con tutte quelle dell'Est Europa. Chiedevamo tempo per analizzare meglio il problema e ora spero si arrivi a un risultato».
Il centrosinistra ha detto che le scelte del governo sulla direttiva hanno allontanato l’Italia dal gruppo di testa dell'Unione. È d'accordo?
«Non vedo questo rischio. Il governo ha preso una posizione in difesa della competitività del sistema europeo, non solo di quello italiano, e avrebbe bisogno del sostegno di tutti. Mi auguro che l’opposizione colga questo aspetto e lavori a proposte concrete, evitando polemiche che a questo punto sono sterili».
Vi siete trovati spesso in contrasto con l'Europa?
«No. E in questi giorni è passato un messaggio sbagliato. Noi siamo a favore dell’Europa e di una normativa europea per l’ambiente, solo che vorremmo si basasse sugli incentivi all’innovazione tecnologica a favore dell’ambiente e non solo su una logica punitiva».
Come si è mosso il governo
«Brillantemente visto che è in carica solo dalla scorsa primavera.

Siamo partiti da una situazione di difficoltà, come ad esempio la vicenda della gestione delle fonti rinnovabili l'anno scorso».
Come era stata gestita?
«È stato fissato un obiettivo a detta di tutti irraggiungibile».

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