La riscossa delle over 40: «Vivono meglio delle ventenni»

La ricerca di Salute Naturale: «Il 60% delle donne oltre quella soglia si cura di più». E la bellezza di Demi Moore supera quella delle colleghe più giovani

Guido Mattioni

Cinici e sciocchi liquideranno la notizia così: «Sai che scoperta... Ancora pochi anni e poi... È la loro fuga dal precipizio...». Visto però che si parla di vuoto, meglio non esagerare con i puntini di sospensione, appesi come sono nel nulla. E facciamo un prudente passo indietro, quantomeno per chiarire.
A far notizia sono i risultati di una ricerca del mensile Salute Naturale. Detto in sintesi, prima di dare le percentuali, le donne italiane che hanno maggiore cura di sé, che dedicano più tempo alla «manutenzione» del corpo, ma anche quelle che pongono maggiore scrupolo nel seguire sane regole di benessere, sono le over-quarantacinquenni. A differenza delle più giovani, sono state loro ad adottare nell’anno appena concluso un’alimentazione più sana e naturale (il 72%), a seguire diete e fare rinunce alimentari (64%), ad andare regolarmente in palestra (41%), a frequentare centri estetici (36%) o a smettere di fumare (un ancora scarso, ma promettente 9%).
Con il primo risultato di essere proprio loro le più soddisfatte di se stesse. Ma anche desiderate dagli uomini, pure dai più giovani, come dimostra la splendida Demi Moore, classe ’62, che di recente ha impalmato un moroso poco più che ventenne. Certo, il fascino degli «anta» non è una novità per chi era adolescente ai tempi di Lisa Gastoni e della sua torrida interpretazione di Grazie zia. Correva il 1967, correvano anche gli ormoni e per sognare ci bastava una giarrettiera... Ma questa - ahimè - è anche un’altra storia. Anagraficamente personale. Vallo a spiegare però al giovane collega, che all’appetitosa Demi Moore ti contrappone la ventiduenne Scarlett Johansson, un insipido brodino biondo pallido, roba da Weight Watchers del sesso.
E irrimediabilmente verso, non a caso, è il pollice che la ricerca mostra alle ventenni e trentenni, le più inclini a cadere nel tritacarne di quella che loro adesso chiamano schedule (un tempo era l’italianissima e meno stressante agenda degli impegni). Non soltanto tendono più facilmente a farsi stritolare dall’ingranaggio famiglia-lavoro e a soffrire del poco tempo libero a disposizione, ma dimostrano anche, e marcatamente, una minore forza di volontà e costanza nel tenersi in forma. Nel curarsi. Insomma, nel volersi bene. E considerato che chi non sa volersi bene, di solito non sa voler bene agli altri, questo è già un brutto segnale.
Le percentuali, si diceva. Partendo dall’illuminante dato su quanto le italiane si dicono soddisfatte di se stesse. Bene, le over 45 lo sono addirittura al 62% contro il 24% di quelle comprese nella fascia 25-30 anni e il desolante 72% di dichiaratamente insoddisfatte nella fascia tra i 35 e i 40. Sotto questa soglia anagrafica, l’altra metà del cielo si limita oltretutto a piangersi addosso: lamentando (al 32%) la cronica mancanza di tempo da dedicare a se stessa, la difficoltà nell’andare regolarmente in palestra o in piscina (23%), la delusione per l’esito delle aspettative professionali (16%) e infine una minore disponibilità economica (12%). Un’identica percentuale, anziché limitarsi ai lamenti, ammette però la propria insufficiente forza di volontà.
Tuttavia, a sottrarre alle donne buona parte del tempo che esse vorrebbero ritagliare per se stesse, concorrono anche cause oggettive. Che loro classificano percentualmente così: al 31% è colpa del tempo rubato dal lavoro, al 27% di quello «assorbito» dall’attenzione da dedicare ai figli mentre al 12% è il risultato della contagiosa pigrizia delle loro metà in pantaloni.

Ai quali tutte, under o over quaranta che siano, riservano tuttavia promesse e buoni propositi per il 2006: il 76%, per esempio, assicura che farà più movimento, il 68% che rinuncerà più spesso all’automobile e il 34% che smetterà di bere e fumare. Ma la percentuale più alta, addirittura l’81%, risponde di voler dedicare più tempo a se stessa. «A tutti i costi», precisano le signore. Come dobbiamo considerarla? Una promessa o una minaccia?

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