Per una volta, un tabacco che salva la vita. Aresa, un laboratorio di biotecnologie danese, ha messo a punto una pianta di tabacco geneticamente modificata (Ogm) che riesce a segnalare le mine nascoste nel terreno.
Le radici, infatti, sono dei biosensori progettati per reagire con i composti chimici degli esplosivi contenuti nelle mine, soprattutto con il biossido di azoto, un gas che filtra dagli involucri degli ordigni dopo un certo tempo che si trovano nel terreno.
Così, le foglie sommitali della pianta di tabacco che cresce sopra, o nelle immediate vicinanze di una mina, si tingono di un bel rosso vivace, segnalandone facilmente la presenza.
Una volta individuato grazie a questo rilevatore vegetale, l'ordigno può essere neutralizzato con i metodi tradizionali, facendolo brillare con una carica esplosiva oppure smontando il dispositivo d'innescamento.
Per seminare il tabacco si utilizza un «seminatore idrico» - solitamente usato per i campi da golf - che riesce a spargere il seme a distanza su una superficie analoga a quella di un campo da calcio, in un giorno. La pianta viene poi recisa prima della fioritura, in modo che non vi siano problemi legati all'introduzione nell'ambiente di un vegetale Ogm.
Le mine sono un vero flagello: nonostante il trattato di Ottawa (1997) abbia messo al bando le mine antiuomo (quelle più insidiose, poiché le mine anticarro funzionano solo con la pressione di un veicolo), si continua a produrle e a utilizzarle nei vari conflitti. Usa, Russia, Cina, India sono tra i maggiori produttori al mondo. Sono armi invisibili, economicissime e di semplice costruzione. Una volta sotterrate, o nascoste tra la vegetazione, esplodono appena entrano in contatto con persone, animali o veicoli. Possono rimanere attive per decenni, anche perché la «registrazione» della loro posa, o viene smarrita o rimane nelle mani dei nemici.
Quando termina il conflitto, le mine continuano a colpire la popolazione civile. Raccogliere legna, portare gli animali al pascolo o coltivare un campo può così diventare un pericolo mortale. Spesso sono i bambini, più curiosi e imprudenti, a farne le spese. In tal senso si registrano circa 20.000 casi l'anno.
In tutto il mondo, i terreni minati corrispondono a circa 77.220 miglia quadrate. Finora si sono utilizzati radar a penetrazione, dispositivi a raggi infrarossi, attivazione termica, cani addestrati, ma questi metodi riescono a bonificare non più dell'1% di questa estensione. Le tecniche di Aresa potranno bonificare fino a cinque volte tanto.
Questo sistema potrà salvare migliaia di vite, evitare gravi mutilazioni e aprirà nuove prospettive agricole, rendendo coltivabili campi altrimenti pericolosi e inutilizzabili.
Aresa aveva ottenuto i primi risultati significativi già nel 2005 su un tipo di crescione, (Thales cress) che però era troppo piccola per essere individuata a distanza. Così gli scienziati hanno indirizzato i loro sforzi verso la pianta di tabacco, dal fusto molto alto, (può superare i due metri), e dalle foglie larghe.
Il tabacco cerca-mina è stato sperimentato in Danimarca e in Africa, e da poco Aresa ha lanciato la sperimentazione in Croazia e in Serbia.
Un nuovo obiettivo sarà quello di sperimentare la resistenza della pianta in climi particolarmente secchi o freddi ed entro due anni Aresa sarà in grado di avere una «pianta cercamine» adatta per tutte le latitudini del mondo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.