La buttano sul temporale che si abbatte sulla corsa: dura un attimo «poi si riasciuga la pista e si riparte in fretta». Ma più che una pioggia passeggera è stata una bufera quella che ha colpito il cda della società Expo lunedì scorso, con tanto di minaccia di dimissioni da parte dell’ad Lucio Stanca. Ieri, la «puntata» della riconciliazione. Primo ostacolo sorpassato: la sede. Dimezzato lo spazio richiesto per Palazzo Reale, da 2.300 a mille metri quadrati, e il sindaco Letizia Moratti ha scritto in una lettera all’ad che chiederà al consiglio di modificare il Regolamento comunale del ’98 che impedisce di concedere gratis a terzi i propri immobili. Festeggia il leghista Leonardo Carioni, il rappresentante del Tesoro che lunedì aveva abbandonato la seduta contro il milione di euro previsto per la sede: «Così abbiamo risparmiato 8 milioni per i prossimi anni». Ma Stanca, che si definisce scherzando «il mostro sbattuto in prima pagina», puntualizza che la società avrà bisogna a regime di almeno 6mila metri quadri (solo per il primo anno lo staff sarà di 70 persone) e quella di avere la sede di rappresentanza a Palazzo Reale «non era un mio capriccio, ma un’esigenza vitale visto che dobbiamo convincere 120 Paesi a venire ad investire da noi. Io nemmeno avrò l’ufficio lì, ma nelle sedi decentrate che verranno man mano trovate, speriamo sempre a costo zero da parte dei soci». Fa la lista dei progressi fatti negli ultimi 22 giorni e ribadisce che «dire che è tutto fermo è semplicemente falso». Butta su un «mastodontico equivoco» invece la notizia della clausola che avrebbe chiesto di mettere ai voti per garantirsi il bonus annuale da 150mila euro se gli obiettivi non fossero raggiunti per responsabilità di altri. L’intenzione c’era, ma vista l’aria che tirava il premio è rimasto come da contratto e in una prossima seduta saranno fissati nel dettaglio gli obiettivi e le percentuali che determineranno la parte variabile del compenso. Ma non è tutto rose e fiori, anzi. A preoccupare sono fondi e scadenze per le opere. Da una parte, è sempre Carioni a sollevare «il rischio tempi per la realizzazione del sito che ospiterà l’evento a Rho-Pero: «Il Comune deve darsi da fare e cambiare al più presto la destinazione d’uso dell’area, che oggi altrimenti non è edificabile». Secondo nodo: i finanziamenti per l’attività operativa della società fino a fine anno, «il fabbisogno è di 10 milioni» prospetta Stanca. Il governo ha stanziato 30 milioni, 4 già spesi, ma Expo 2015 punta a sbloccare anche gli atri ventisei. I soci - Comune, Provincia, Regione, Tesoro e Camera di commercio - hanno varato nei mesi scorsi la ricapitalizzazione pari a 10 milioni, ma solo la Regione ad oggi ha versato anche il milione e 100 in più per garantire gli stipendi agli operatori, e ora fa pressing sugli altri enti. Terzo: i tagli alle opere connesse prospettati dal viceministro Roberto Castelli, dirottati in Abruzzo per l’emergenza terremoto. L’ad non ha al momento «notizie fondate in merito», ma conferma di fatto il rischio per la linea 6 del metrò, tant’è che «il Comune si sta già attivando per assicurarsi i fondi attraverso altri canali».
«É evidente che noi vogliamo difendere l’Expo e ci aspettiamo di avere tutte le risorse necessarie», anche se «ci rendiamo conto del contesto e cerchiamo di risparmiare e avere collaborazioni gratuite da parte di società». Il prossimo cda è convocato per il 16 giugno, nella nuova sede di Palazzo Reale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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