Economia

Risparmio energetico e falsi miti: è ora di fare luce

La classica lampadina ha i giorni contati: dal 2011 è destinata a sparire. Lo impone una norma passata quasi inosservata, fra le tante contenute nel decreto «milleproroghe», che al Salone del mobile il presidente di Assoluce, Carlo Guglielmi, definisce senza mezzi termini «inaccettabile». E spiega: «Il risparmio energetico è un obiettivo che deve accomunare tutti ma con dati seri, non con falsi miti come quello della superiorità ecologica delle lampade fluorescenti, dietro cui si profila l’ombra delle multinazionali produttrici e dei loro interessi economici. Inoltre la condanna delle lampadine segnerebbe la scomparsa dalla produzione di lampade che hanno fatto la storia del design. Piuttosto, si deve pensare a una progettazione diversa degli edifici privati e pubblici, che sfrutti meglio la luce naturale». Quanto alle alogene, condannate da una direttiva europea, «non dimentichiamo - dice ancora Guglielmi - che illuminano forni e frigoriferi: dovremo buttarli tutti dal 2011?».
Ricerca. In realtà, una ricerca dell’architetto Gad Giladi, dell’associazione europea Professional Lighting Designers, dimostra che una lampadina a incandescenza da 60 watt consuma soltanto 2,6 volte in più dell’equivalente fluorescente da 11 watt: «Il presunto risparmio energetico pari a 6 volte non esiste - continua Guglielmi - mentre non si parla mai del mercurio contenuto nelle lampade fluorescenti, con relativi problemi di smaltimento.». Ma produttori e professionisti dell’illuminazione non intendono restare a guardare. «La materia per noi va rivista con una commissione a cui deve partecipare chi, come noi, lavora con la luce, ma anche i consumatori: e ci rivolgeremo appena possibile al nuovo governo. E lo stesso faremo con la Ue».
A distanza. Un «cubo» per accendere, spegnere e modulare a distanza la luce: lo presentano Flos, leader nell’illuminazione d’alta gamma, e Muvis, la start up tecnologica che ha applicato per prima il comando a distanza alle lampade. «Il design deve per forza innovarsi con tecnologie - spiega Piero Gandini, numero uno di Flos - ma che siano accessibili e user friendly».

Come quella di Muvis, «che avvicina per la prima volta la domotica al grande pubblico» spiega il fondatore e presidente Arturo Artom.

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