Nel calcio le risse non sono purtroppo una novità, né sugli spalti né sui campi di gioco. Ne abbiamo avuto una riprova nelle settimane scorse quando a Cardiff in Galles, al termine della finale della Coppa di Lega, giocatori del Chelsea e dellArsenal hanno dato vita a un indegno reciproco pestaggio. Sicuramente non meno indegna è stata la gazzarra scoppiata martedì sera subito dopo il fischio finale di Valencia-Inter: nessun amante del calcio né alcuna persona dotata di un minimo buon senso potrebbe non stigmatizzare il comportamento e degli spagnoli e degli interisti. Valga per tutti il lapidario giudizio di uno dei pochissimi italiani (ma gioca nel Valencia) in campo martedì sera al Mestalla, Emiliano Moretti: «Diciamo tanto degli ultrà ma a volte siamo noi i teppisti». Ineccepibile.
Quel Marchena che si avvicina a Burdisso e gli dice qualcosa, quel Burdisso che sembra un toro infuriato e che cerca di scagliarsi addosso allavversario a stento trattenuto da compagni e rivali non sono certo immagini edificanti per il calcio. Sarebbe però finito tutto lì con i due litiganti separati a centrocampo se a quel punto non ci fosse stato il folle intervento del panchinaro Navarro che, approfittando di un Burdisso trattenuto da decine di mani, ha sferrato un micidiale cazzotto con cui ha rotto il naso allinterista.
Ora è vero che un giocatore professionista deve sempre tenere i nervi saldi ma vedere a terra un proprio compagno col viso insanguinato, quando ladrenalina accumulata in novanta minuti di gioco non è stata ancora smaltita e la rabbia per leliminazione è al diapason, può far scattare in qualcuno linterruttore della vendetta, dellocchio per occhio. Cruz, Cordoba, Gonzalez e Maicon non sono andati a caccia di un valenciano qualunque tanto per ristabilire le proporzioni, hanno cercato, e per fortuna non hanno trovato, soltanto Navarro, luomo che aveva colpito Burdisso. Una caccia alluomo bruttissima da vedere, un comportamento censurabile ma comprensibile.
E i giornali spagnoli di ieri parlavano infatti di vergogna ma riferendosi sia al Valencia sia allInter. Abc titola: «David Navarro oscura con unaggressione il passaggio ai quarti di finale», «Rissa e cazzotto di Navarro a Burdisso» è il titolo del Pais, «A pugni con lInter» quello del Periodico, «Casino vergognoso nella celebrazione» quello del Mundo. E tutti, verrebbe da dire naturalmente, hanno pubblicato la foto del cazzottone sferrato da Navarro a Burdisso.
Stesso comportamento da parte dei giornali italiani: nessuno, noi compresi, ha nascosto o annacquato le colpe degli interisti, ci mancherebbe. Ma nessuno ha buttato la croce solo addosso ai nerazzurri. Limmagine dellintervento da pugile professionista di Navarro, un perfetto gancio destro al volto, tirato di spalla (quelli che fanno più male) campeggia su tutti i quotidiani, politici e sportivi di ieri.
Tutti, tranne uno. Il Tuttosport di Torino sulla cui prima pagina giganteggia il titolo «Figuraccia Inter». Niente da ridire, è un giudizio rispettabilissimo. Ma il catenaccio («Eliminata con rissa dal Valencia») e unenorme foto di Cruz, Gonzalez e Cordoba che inseguono Navarro danno immediatamente la sensazione che al Mestalla ci sia stato un solo colpevole: lInter. Del resto già la presentazione della partita sul quotidiano sportivo torinese era stata alquanto originale: «Inter, la verità. In Champions i nerazzurri si giocano la stagione questa sera a Valencia»; come se in campionato la squadra di Moratti navigasse modestamente a metà classifica e quindi non avesse altri obiettivi davanti a sé. Come se non guidasse la serie A con 16 punti di vantaggio su una Roma che proprio in Champions League battendo in Francia il Lione ha dimostrato la sua forza e le sue possibilità.
Non è per banale e scontato patriottismo. È che ci sembra che in tal modo si crei a Torino un clima eccessivamente ostile nei confronti dei campioni dItalia.
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