Il ritorno Milito riparte dalla sua Europa: «La mia rabbia per arrivare a Wembley»

AppianoHa la faccia di un bambino felice. Torna nella coppa delle sue brame. Diego Milito ha il profilo affilato di chi si sente a dieta. Dieta di gol ovviamente. La casella Champions ne segna zero ma anche il conto delle partite è al minimo (2 prezenze). Oggi torna per restarci: al centro dell’attacco e in Europa. Gli anni sono 31 non c’è più tempo per attendere. Leonardo lo riproporrà in coppa con Eto’o, la coppia dei Campioni. Rispetto a Pazzini, il Principe riesce ad esser più utile al gioco dell’attacco, al facile scambiarsi con Eto’o ed è stampella per certi movimenti dei centrocampisti: la palla passa rapida dai suoi piedi per finire su quelli altrui. Ecco dove sta il suo tocco in più.
Milito ci riprova, 6 gol nell’altra Champions, ora è tempo di ripartire. Ha giocato uno spezzone di derby, garantisce di essere a posto nel fisico e nella testa. Dice che «il derby è archiviato». «Ora cercheremo di essere protagonisti, la squadra ha voglia di una grande partita». L’Inter ne ha bisogno per scrollarsi l’amarezza del campionato e la paura di sprecare l’occasione della vita per riproporsi subito in semifinale. Milito ci crede, ha rabbia. Dice che ora questa rabbia può servire. «É stata un’annata difficile, con tanti infortuni quanti me ne sono capitati mai. Però ci sono ancora due mesi e posso trasformare questa rabbia in energia positiva: con gol e gioco».
Il Principe si è fermato due mesi fa, il 6 febbraio, causa un rientro affrettato. «Ora abbiamo fatto le cose per bene, praticamente ha ripercorso tutta la preparazione. É pronto per giocare», ha garantito Leonardo. Pronto per far rete, ha soggiunto Milito che i suoi gol vuol dedicarli all’Inter e alla finale di Champions. «Sarei il più felice al mondo se ci riuscissi.

Segnar gol è il mio mestiere, però sarebbe più importante che l’Inter arrivasse a Wembley, alla finale di Champions. Punto a quello: veder la squadra in finale. Meglio se sarà merito dei miei gol. Ma l’importante è arrivarci». Dicono tutti così. Frase classica dei bravi ragazzi. Di solito Milito ci mette anche la firma.

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