Ritratti intellettuali firmati da Arendt

Ritratti intellettuali firmati da Arendt
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Per la prima volta tradotto integralmente in italiano, L'umanità in tempi bui (Mimesis, pagg. 294) è il libro col quale Hannah Arendt ricompone una galleria disarmonica di ritratti intellettuali (Gotthold Ephraim Lessing, Rosa Luxemburg, Angelo Giuseppe Roncalli, Karl Jaspers, Isak Dinesen, Hermann Broch, Walter Benjamin, Bertolt Brecht, Waldemar Gurian, Randall Jarrell) senza farli regredire all'interno di una monolitica scuola di pensiero.

Diverse sensibilità personali verso le quali, peraltro, non mancano sollecitazioni critiche. Tuttavia, sono biografie filosofiche e private di chi ha incrociato gli orrori del novecento, la Shoah e le guerre mondiali e che, per disincagliarsi dal piano inclinato della oppressione diffusa, non si è accontentato di attendere la fine degli eventi. E infatti, il testo introduttivo del volume, che poi è la prolusione presentata nel 1959 in occasione del conferimento del premio Lessing (vale a dire, quattro anni prima de La banalità del male) ne chiarisce bene gli intenti: molto più della foga individuale o dell'azzardo del singolo, va riconosciuto e alimentato il senso dello stare insieme perché «anche nei tempi più bui abbiamo il diritto di aspettarci un po' di luce».

Dopo la bulimia totalitaria, colpo di grazia a ogni dottrina morale ed evento inedito che «polverizzò le categorie morali della tradizione al punto che ci ritrovammo a dover pensare tutto dal principio», lo spazio pubblico aveva perso «il potere di illuminare, tipico in origine della sua stessa essenza» e l'idea dello stare insieme si era confuso con la religione della massa amorfa. Tempi bui in cui lo spazio collettivo era annichilito «e il mondo divenuto così incerto» da indurre le persone a fare mille passi indietro e a chiedere alla politica ogni tipo di garanzia privata.

Poter restare umani rimanendo distinti gli uni dagli altri, pensare con la propria testa, senza mai

dimenticare che si può agire di concerto con i nostri simili, reputare l'umanità qualcosa di molto più importante della somma dei singoli individui che la compongono, è quella fioca speranza che può squarciare i tempi bui.

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