Mesi col fiato sospeso, di lavorìo diplomatico sottotraccia per dare speranza a una famiglia. E ieri lannuncio del Sottosegretario agli Esteri Stefania Crazi: «Sono state ritrovate Saida e Amira Zakraoui, le due bimbe livornesi di quattro e sei anni sottratte nellaprile del 2009 dal padre in Tunisia».
La polizia tunisina - ha fatto sapere la Farnesina - ha rintracciato Saida e Amira dopo mesi di crescenti ricerche, e a seguito delle incessanti sollecitazioni del sottosegretario Craxi e della personale attenzione dedicata al caso dallambasciatore italiano a Tunisi, Piero Benassi. La signora Laura Dini ha potuto riabbracciare ieri mattina le sue bambine, che sono in buone condizioni fisiche. Il sottosegretario Craxi ha ringraziato le Autorità tunisine per la grande collaborazione offerta nella vicenda.
E per una volta non ci si divide. «Il ritrovamento di Saida e Amira Zakraoui è una bellissima notizia», dice Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati Pd, ricordando che «lo scorso 11 febbraio avevo presentato, assieme alla presidente della Commissione nazionale infanzia, Alessandra Mussolini, uninterpellanza al ministro Franco Frattini affinché il nostro ministero degli Esteri intervenisse tempestivamente per dare soluzione al caso. Non ho mai ricevuto alcun riscontro dal ministro - aggiunge - ma oggi, il ritrovamento delle piccole, labbraccio con la mamma Laura Dini è la migliore risposta che potessi aspettare».
La felicità dei familiari per il ritorno in Italia delle due piccole è grande. Eppure, nonostante il rimpatrio e le dichiarazioni dei politici che hanno lavorato per mesi al ritrovamento delle bambine, non manca chi in famiglia preferisca non lasciarsi prendere da troppi entusiasmi finché Amira e Saida non saranno effettivamente rientrate a casa. «Mia figlia Laura è riuscita a vederle soltanto per qualche istante ma non sa ancora se e quando riuscirà a portarle via». Non riesce ancora dare spazio allentusiasmo Elio Dini, il nonno delle due piccole livornesi ritrovate in Tunisia, dove le aveva portate il padre.
«Purtroppo non cè ancora niente di sicuro. Preferisco non sbilanciarmi perché sono anche preoccupato per mia figlia che è laggiù da sola - spiega Dini -, posso soltanto sperare che arrivino buone notizie ma fino a quel momento a parlare si rischia molto. Abbiamo paura di non poter abbracciare le bambine neppure questa volta».
La vicenda risale allinizio del 2009, quando la storia damore tra Laura, una giovane livornese, e Nabil, tunisino, si è trasformata in un incubo per la ragazza italiana.
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