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La rivolta «okkupa» persino la Lanterna

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Ancora una giornata di blocchi e disagi, in nome di una protesta che ha tutto il sapore della lotta politica. Una lotta che, almeno per quanto riguarda la giornata di ieri, si è conclusa alla Lanterna, simbolo di Genova, dove gli studenti appoggiati da gruppi di lavoratori in sciopero, hanno affisso due striscioni. Il primo striscione recitava «Il Mazzini non ci sta», riferito al nome dell’istituto scolastico, mentre il secondo «Lavoratori e studenti uniti nella lotta». Proprio dietro a quest’ultimo, circa 300 persone hanno manifestato lungole strade del ponente genovese, causando disagi al traffico. In piazza Melis a Cornigliano inoltre il corteo ha incontrato i delegati della Fiom e della Cgil. Al passaggio del corteo alcuni operai con le tute da lavoro hanno esibito cartelli di solidarietà con scritte contro la riforma Gelmini per le scuole superiori. Il blocco al traffico ha poi messo in ginocchio l’intera città quando la paralisi ha interessato la Sopraelevata.
Una protesta che non ferma l’iter della riforma, che attende ora il via libera dal Senato sul quale anche Roberto Cassinelli, deputato Pdl, si dichiara fiducioso.

«Ribadisco che ogni persona ha il diritto di far valere le proprie opinioni, ma senza violenza - chiosa l’onorevole riferendosi alle manifestazioni - Gli studenti e i lavoratori dovrebbero riflettere sulla riforma e sulle loro azioni, cercando pacificamente un punto di incontro con gli organi del settore. Escrementi, scontri e striscioni sul simbolo della nostra città non sono un buon mezzo per chiedere delucidazioni».

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