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La rivolta tribale finita nel sangue

Hussein Onyango Obama, nonno paterno del prossimo presidente Usa, entra in contatto con il movimento per l’indipendenza del Kenya dalla Gran Bretagna, mentre lavorava come cuoco per un ufficiale inglese. Viene arrestato nel 1949, a 56 anni, e tenuto per due anni in una prigione di massima sicurezza. Secondo la famiglia, durante quel periodo fu ferocemente torturato affinché desse informazioni sugli insorti.
Il nonno di Barack Obama era membro della tribù Luo, ma simpatizzava per la Kikuyu Central Association, gruppo della tribù omonima e organizzatore del movimento indipendentista Mau Mau, sfociato nel 1952 nella ribellione contro il colonialismo.
Londra reprimerà la ribellione nel sangue: per i successivi sette anni in Kenya sarà in vigore lo stato d’emergenza. L’esercito inglese compie migliaia di arresti e detenzioni in veri e propri campi di concentramento (nella foto). Almeno 12mila ribelli africani, per lo più tra i Kikuyu, vengono uccisi. Per alcuni storici, la cifra potrebbe essere di molto superiore e parlano di addirittura 50mila vittime. In totale, invece, i coloni europei uccisi furono 32.
Il Kenya conquista l’indipendenza il 12 dicembre 1963. Il primo presidente eletto sarà Jomo Kenyatta. Il Paese diventa colonia britannica nel 1920.

Un anno dopo, i membri della tribù Kikuyu, lamentando la loro esclusione dalla rappresentanza politica, danno vita al primo movimento di protesta africano nel Paese.

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