La rivoluzione di Braille raccontata in un museo

Aprì ai non vedenti la strada della conoscenza. È il codice Braille che a partire dal 1864, per la prima volta in Italia, venne adottato all’Istituto dei ciechi di Milano. E al cui inventore (Louis Braille, 1809-1852) viene oggi dedicato un museo. Ieri in via Vivaio, sede dell’istituto, l’inaugurazione presentata dal commissario straordinario Rodolfo Masto e dal sindaco Letizia Moratti. Salone strapieno e visita al museo allestito per ricordare il codice che ha dato inizio alla vera grande rivoluzione culturale per i ciechi, risolvendo il problema dell’accesso ai testi e alla scrittura in maniera diretta e autonoma. Nelle sale al secondo piano sono ora raccolti strumenti, libri stampati prima del braille e poi in braille, le prime macchine servite per punzonare le lettere in rilievo, le tavolette per la scrittura manuale del braille. Particolarmente interessanti le tavole geografiche e astronomiche di Monsignor Vitali, rettore dell’Istituto alla fine dell’800, realizzate con un inchiostro speciale che, solidificandosi in rilievo, permetteva la lettura tattile delle figure. Esposti anche esempi dei sistemi di scrittura usati dai ciechi per comunicare con i vedenti e le prime dattilobraille che hanno premesso di scrivere in maniera regolare. Il braille ha anche aperto le porte della scrittura degli spartiti musicali sia per organo che per pianoforte e grazie a ciò molti ciechi sono potuti diventare concertisti di fama. Un modo, dunque, per celebrare il grande lavoro compiuto dai pionieri della tiflologia e che ha portato i ciechi oggi ad utilizzare le più innovative tecnologie informatiche. Perchè un museo dedicato a Luois Braille? «Per soddisfare - spiegano gli organizzatori - il desiderio affettivo e culturale dei ciechi di riunire le testimonianze che hanno segnato un cammino di crescita e in grado di mantenere viva la memoria di un passato per certi versi unico e straordinario». Dal sindaco Moratti la proposta di inserire il museo e la mostra-percorso «Dialogo nel Buio» all’interno del programma di European Integrating Cities, il convegno internazionale sull’integrazione sociale nelle grandi città, che per la prima volta sarà ospitato nel 2007 a Milano.

«Queste importanti iniziative dell’Istituto dei Ciechi – le parole della Moratti – potranno essere un punto di riferimento per le altre città, indicando quelle che sono vere e proprie buone pratiche per l’integrazione da esportare».

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