Politica

Rivoluzione a Venezia, la spiaggia del Lido diventa «proletaria»

Un'ordinanza del sindaco Orsoni impone agli stabilimenti vip di concedere l'accesso al mare e la sosta sulla battigia a tutti i bagnanti. Un cambiamento epocale per gli stabilimenti a cinque stelle costretti a perdere parte del loro carattere esclusivo ed elitario.

Con un'ordinanza del sindaco, il Lido di Venezia diventa «popolare». E' una vera e propria rivoluzione quella che interessa la spiaggia che ospita il Festival del Cinema. Il primo cittadino Giorgio Orsoni ha infatti «liberato» e reso in qualche modo più «proletaria» la battigia dell'isola più chic della laguna sulla quale potranno ora essere piantati ombrelloni da parte di tutti i bagnanti e non solo dai titolari di capanne, camerini e ombrelloni. Un'apertura dell'accesso al mare destinata a far discutere visto che rappresenta un cambiamento epocale per una spiaggia da sempre identificata come luogo esclusivo del turismo a cinque stelle.
La decisione fa parte di un'ordinanza più ampia che detta le regole per tutte le spiagge veneziane e cerca di limitare i giochi rumorosi, la presenza dei cani sulla battigia che potranno essere portati soltanto in appositi settori «dog-friendly», la musica nelle ore deputate al riposo, dalle 13 alle 16, l'utilizzo di cartelloni pubblicitari, i tuffi dai pennelli, l'uso di shampoo e sapone se non nelle docce attrezzate, la pesca, i sorvoli in aereo e l'attracco di imbarcazioni in spiaggia.
Ma soprattutto una regolamentazione che introduce l'obbligo per chi gestisce gli stabilimenti di far entrare chiunque e garantire l'accesso al mare, delimitando in maniera chiara il limite della propria concessione. L'entrata e la fruizione della battigia, insomma, sono libere e non possono essere opposte scuse per impedire di raggiungere il proprio posto al sole. Tutti quindi potranno andare a fare il bagno al Des Bains o all'Excelsior. Una decisione che ha già provocato le perplessità dei concessionari che ora chiedono un incontro con il sindaco. Soddisfatti invece coloro che da anni portavano avanti la loro battaglia per «aprire» le spiagge di lusso a turisti appartenenti a qualunque classe sociale. E che, come riportato dal Gazzettino, già nel primo giorno di entrata in vigore dell'ordinanza hanno piantato i loro ombrelloni e i loro asciugamani davanti agli stabilimenti vip. Provocando qualche malumore tra i clienti storici che ora si chiedono se ora valga la pena pagare i loro salatissimi abbonamenti estivi (da 5mila euro fino a 13mila euro a stagione).

Una vera oasi del lusso che ora ha perso qualcosa della propria esclusività.

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