Politica

Rizzo: «Fino a ieri dialogavano, ormai hanno perso credibilità»

da Roma

«La svolta antiberlusconiana di Veltroni? Una fesseria». A Marco Rizzo piace stupire e andare controcorrente. E così, lui, ipercomunista al cubo, nemico giurato del centrodestra, si toglie lo sfizio di demolire la svolta del Pd.
Onorevole Rizzo, mi spieghi cosa non la convince, di questa svolta.
«Cosa? Tutto, direi... ».
Non esageri.
«Ma scusi, ce l’hanno con Berlusconi ora, per la legge sui giudici, e fanno la manifestazione a novembre? Le pare una cosa seria?».
Che differenza c’è con lei? Anche lei critica Berlusconi.
«Sì, ma il problema è che per essere contro Berlusconi bisogna avere un modello alternativo al suo, dal punto di vista sociale ed economico».
Mentre il Pd non ce l’ha?
«Scherza? Dicono le stesse cose di Berlusconi, con meno forza, e poi provano a convincere gli italiani che non va bene lui. Follia».
Risultato?
«Secondo me, se continuano così, Berlusconi governa per cento anni, perché la nostra gente non ci capisce nulla».
Mi faccia un esempio.
«Veltroni vuole fare una manifestazione? La piattaforma non può essere che Berlusconi è cattivo o che ha fatto una legge brutta».
E quale dovrebbe essere?
«La sinistra dovrebbe scendere in piazza contro le morti sul lavoro. Solo che se volesse essere credibile e alternativa, davvero, dovrebbe manifestare anche contro le leggi sul lavoro dell’Ulivo!».
È difficile che il Pd possa...
«Vogliono manifestare contro la precarietà? Benissimo. Ma devono dire che anche le leggi dell’Ulivo hanno precarizzato. Se no non ci vanno nemmeno i loro iscritti».
Ce l’ha anche con gli iscritti del Pd?
«Guardi, molti elettori sono ancora di sinistra. I loro militanti, invece, hanno subito una mutazione genetica: è un ceto medio un po’ chic che, come si è visto ieri, non va nemmeno all’Assemblea nazionale!».
Insomma, non si sente un massimalista fuori dal mondo.
«Le assicuro che sono più nel mondo io dei “menopeggisti”».
Chi?
«I menopeggisti devono spararla grossa perché come si vede, non hanno le spalle larghe. Io no».
Pure lei era menopeggista...
«Io? Scherza? Io dico da mesi che serve un’altra roba, l’unità dei comunisti che fa l’opposizione vera, che recupera l’anima».
Quindi vuol dire che lei è contro il governo Berlusconi ma diffida dell’antiberlusconismo?
«Certo: quell’antiberlusconismo lì è una roba che fa ridere! Come, fino ieri bisognava passare sopra i cadaveri per dialogare con Berlusconi, e ora grande manifestazione contro? Ma chi ti crede?».
Lei preferisce Tremonti, o il ministro dell’Economia del governo Prodi, Padoa Schioppa?
(sospirone).«Oddìo... È una bella gara!».
Glielo chiedo.

«Credo che Padoa Schioppa abbia fatto delle politiche di destra. Non vedo sostanziali differenze».
Dovrebbe piacerle la Robin Hood tax, a un comunista come lei.
«Ma va’, per i petrolieri è una puntura di spillo».
Morale della favola?
«Se si fa l’opposizione, bisogna fare l’opposizione vera».
Ovvero?
«Nella società.

Con l’antiberlusconismo di maniera un giorno sì e l’altro no, non vanno da nessuna parte».

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