È il robot-umanoide «iCub» a salutare il Capo dello Stato in visita allIstituto italiano di tecnologia di Morego e a presentargli il pieghevole sulle attività della struttura: «Gli ho sorriso, ma non ho avuto risposta», commenta Napolitano rivolto ai presenti, fingendosi deluso. In realtà, lui per primo riconosce subito che la produzione di «iCub» rappresenta una delle più importanti attività svolte dallIstituto. Sviluppato dal dipartimento di robotica avanzata diretto da Darwin Caldwell e dal dipartimento di robotica, cervello e scienze cognitive diretto da Giulio Sandini, iCub è il principale protagonista, ma non il solo, della visita di Napolitano. A ricevere ufficialmente il Capo dello Stato è il ministro della Ricerca, Mariastella Gelmini, insieme alle autorità regionali e locali a ai vertici dellIstituto tra i quali il presidente del consiglio di amministrazione Gabriele Galateri di Genola, i consiglieri Remo Pertica, Sergio Dompé e Giuseppe Pericu, insieme con il direttore scientifico Roberto Cingolani. Il presidente della fondazione Iit Vittorio Grilli ricorda poi le tappe più importanti dello sviluppo dellIit, «che - sottolineato Grilli - conta oggi 630 unità, di cui 490 a Genova e 140 nei poli nazionali. Ma il numero dei tecnici è destinato ad essere presto raddoppiato». Grilli, infine, spiega al Presidente della Repubblica che lIit presto avrà riflessi sul sistema produttivo del Paese: «Qui a Genova cè il cuore e il cervello - aggiunge - ma ha una vocazione nazionale grazie a un modello di gemmazione su tutto il territorio. Una rete che va da Trento fino a Lecce».
Il Presidente, che era arrivato allIstituto italiano di tecnologia intorno alle 16, dopo il pranzo in prefettura, ascolta di buon grado la breve storia e, soprattutto, le prospettive dellistituto, nato nel 2003 come fondazione di diritto privato, istituito congiuntamente dai ministeri dellIstruzione e dellEconomia per promuovere leccellenza della ricerca scientifica italiana. E in questo senso, lIit si è connotato rapidamente come modello da cui trarre spunti importanti anche per la riforma dellUniversità e della ricerca. È questa anche lopinione del ministro Gelmini che indica lIit come una «delle realtà scientifiche più avanzate non solo in Italia, un esempio della capacità italiana di vincere la sfide più difficili». Al ministro piace soprattutto il modello di governance «che mette a confronto le esperienze dei principali istituti del mondo», lautonomia della ricerca e la «responsabilità fondata non sulla burocrazia, ma sulla professionalità e sul lavoro». Il modello Iit, insomma, «è già uneccellenza e quindi non deve rimanere isolato. Va imitato - conclude il ministro - e il riordino degli enti di ricerca deve guardare anche qui».
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