Roghi nel Savonese: la Procura apre la caccia ai colpevoli

Roghi nel Savonese: la Procura apre la caccia ai colpevoli

(...) a decine e decine di volontari, hanno lavorato da terra e dal cielo per spegnere i roghi, credevano di avere raggiunto un controllo del fuoco già ieri mattina. Invece a metterci lo zampino è stato il vento, che ha ripreso a soffiare da Nord. La tramontana ha rinfocolato alcuni punti e le fiamme si sono di nuovo alzate, spinte pericolosamente verso la costa e dunque più vicine alle case. Così si sono riaperti due fronti, uno a Tabella e l’altro in corrispondenza di via Fontanella. «Non ci sono, al momento ipotesi di evacuazioni - diceva ancora in piena emergenza, ieri pomeriggio, Massimo Mulattiero, comandante della Forestale di Savona - I problemi potranno sorgere in caso di rinforzo ulteriore del vento». L’incendio di Tabella inoltre rischiava di minacciare anche Spotorno, perché il fuoco scollinando poteva raggiungere la cittadina. In azione un centinaio di uomini della protezione civile di Genova e Savona e una ventina di forestali, sempre di Genova e Savona. Tre canadair e un elicottero Ericson S64 hanno continuato a sorvolare la zona, gettando acqua a ripetizione per aiutare le «forze terrestri». Il fronte più attivo a fine mattinata aveva raggiunto il Bric Colombino.
Come se non bastasse la paura, ieri un’altra persona, la terza dall’inizio dell’emergenza, è rimasta ferita. È un volontario che stava lavorando nei boschi alle spalle di Vado Ligure e Quiliano che sarebbe caduto nella frazione di Segno riportando un trauma dorsale. L’uomo non è ferito gravemente, ma è stato trasportato all’ospedale San Paolo. Intanto la Procura di Savona ha confermato di aver aperto un fascicolo a carico di ignoti per incendio colposo. I resti di alcuni raudi rinvenuti nel bosco di Vado Ligure poco dopo l’avvio del vasto incendio che ha bruciato oltre 400 ettari di macchia mediterranea sono stati posti sotto sequestro. Lo ha confermato il procuratore di Savona Francantonio Granero. Una prima relazione è già stata inviata dai carabinieri, delegati nelle indagini, al sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro. Nella relazione i carabinieri hanno ripercorso le tappe dell’emergenza e tutta una serie di ipotesi investigative sulle origini colpose dell’evento: oltre all’esplosione dei botti anche la brace di una stufa buttata ai margini del bosco ancora accesa e infine un mozzicone di sigaretta.
Di sicuro i danni sono enormi: si stima che l’incendio abbia percorso, in tre giorni, almeno 400 ettari di territorio in gran parte coperto da boschi, l’esatta quantificazione dei danni sarà possibile solo a fine emergenza. In serata la buona notizia: «Tutti gli incendi che hanno devastato i nostri boschi mettendo in pericolo case e cascinali, sono stati spenti» ha detto il sindaco di Vado Ligure, Attilio Caviglia.

«Restiamo in allerta per la prossima notte - ha detto Caviglia -, ma i mezzi aerei hanno completato il loro intervento così come gli uomini da terra che hanno lavorato senza mai prendere fiato per mettere in sicurezza tutte le aree boschive».

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