Non mandavano i figli a scuola, stavano a giocare a carte invece di cercarsi un lavoro, nascondevano di essere già proprietari di casa. Con uno (o anche più) di questi motivi il Comune ha già allontanato da settembre 140 persone dai campi nomadi regolari della città. La colpa è di aver trasgredito al Patto di legalità, e il Comune ormai ha abbandonato la linea soft. Il piano di alleggerimento e restyling dei campi, deciso in prefettura con il ministro dellInterno Roberto Maroni, che ha assegnato tredici milioni di euro allobiettivo «dei mille rom, e non più di mille» entro il 2011, garantito dal sindaco Letizia Moratti, procede a tappe forzate. Dieci famiglie sono state allontanate negli ultimi due mesi da via Novara, cinque da via Triboniano, 12 da via Bonfadini (dove sono state abbattute otto case).
Le ultime otto baracche sono state smantellate ieri mattina in via Novara, per impedire che venissero occupate da nuovi ospiti, e lassessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli anticipa che oggi trenta famiglie del Triboniano avranno una brutta (ma meritata) sorpresa: riceveranno i provvedimenti di allontanamento, ma «abbiamo scoperto che molti erano già proprietari di case, o non mandavano i figli a scuola». Detto questo, la Moioli ci tiene a precisare che la strategia di Palazzo Marino e del Comitato di gestione del nuovo regolamento sui campi rom agisce in due direzioni: via chi trasgredisce e non dimostra la buona volontà di uscire dalla condizione del campo, e «aiuto ad integrarsi a chi avvia un percorso di lavoro e abitazione regolare». Precisa che «diverse famiglie sono già riuscite ad affittare o comprare casa».
Secondo il piano di Comune e ministero degli Interni, dei dodici campi autorizzati quello di via Novara è destinato a scomparire, insieme con quelli di via Bonfadini e via Negrotto e alle quattro aree di via Triboniano, mentre quelli di via Chiesa Rossa e via Martirano saranno riqualificati.
Continua a far discutere invece la trasformazione del campo di via Idro in area transitoria, dove i rom potranno rimanere per un massimo di sei mesi. Ne ha discusso ieri il sindaco Letizia Moratti, in diretta on line dagli studi di C6Tv: ai residenti in collegamento dal quartiere vicino a via Padova ha assicurato che farà un sopralluogo e incontrerà il comitato «Riprendiamoci Milano». «Non possiamo vivere come se fossimo ad Alcatraz - si lamenta un anziano - qui i furti sono allordine del giorno, abbiamo paura e lintegrazione è impossibile».
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