Roma - Torna l'incubo dei pacchi bomba nella Capitale dopo gli attentati di settimana scorsa. Pacchi sospetti sono stati trovati davanti a cinque diverse ambasciate. Aperto quello arrivato alla sede greca: "Non è esploso per caso". False segnalazioni dai consolati di Venezuela, Principato di Monaco, Danimarca, Marocco, Albania. l'ambasciata della Finlandia presso la Città del Vaticano, Egitto e Slovenia. Gli inquirenti confermano "le piste investigative emerse già venerdì scorso con l’invio dei plichi esplosi alle ambasciate della Svizzera e del Cile" che si concentrano su "una matrice anarco-insurrezionalista all’origine dei tre episodi".
Il pacco davanti all'ambasciata greca Il plico sospetto inviato all’ambasciata della Grecia è stato aperto da un addetto dell’Ufficio di corrispondenza e per un puro caso non è esploso. Secondo quanto si è appreso si tratta di un pacco analogo a quello giunto nei giorni scorsi alle ambasciate del Cile e della Svizzera. Il pacco era costituito da una busta gialla, di quelle utilizzate per imballare oggetti fragili, contenente un porta cd con un innesco a strappo. Al momento nessuna rivendicazione è stata fatta, ma l’ambasciata greca era stata nominata nella rivendicazione del Fai arrivata il 23 dicembre.
Rientrano gli altri allarmi Diversi gli allarmi per pacchi sospetti anche che hanno fatto pensare al peggio. Dopo un veloce controllo, infatti, sono rientrati gli allarmi lanciati dalle ambasciate del Principato di Monaco, della Danimarca, del Venezuela e del Marocco. Per quanto riguarda l’ambasciata monegasca gli artificieri dei carabinieri hanno chiarito che il pacco sospetto conteneva soltanto un’agenda e l’allarme è quindi rientrato. Gli artificieri hanno, quindi, aperto il plico alla sede di rappresentanza venezuelana e hanno trovato solo dei biglietti di auguri. Allarme bomba infondato anche all'ambasciata albanese in via Asmara: gli artificieri all'intenro del plico sospetto hanno trovato un calendario. Altri falsi allarmi hanno riguardatol’ambasciata della Finlandia presso la Santa Sede, anche nelle sedi diplomatiche di Egitto e Slovenia sono scattati gli allarmi per plichi sospetti. Allarmi rivelatisi poi infondati dopo le verifiche degli artificieri di Polizia e Carabinieri. A destare allarme nell’ambasciata slovena era stata una busta gialla contenente tre libri, mentre in quella dell’Egitto un calendario.
La procura lavora su un fascicolo Sarà unico il procedimento penale per i "fatti-reato" legati ai plichi esplosivi inviati presso alcune ambasciate a Roma. Un solo fascicolo in cui si ipotizza il reato di attentato con finalità di terrorismo. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto, Pietro Saviotti, sono dell’idea che l’invio di questi pacchi bomba, spediti dall’Italia e giunti alle ambasciate di Cile, Svizzera e Grecia, abbia un’unica regia: si tratta del Fai, la Federazione anarchica informale, che ha rivendicato i due pacchi bomba esplosi prima di Natale nelle ambasciate di Svizzera e Cile.
Alemanno: "Massima attenzione" "In questa occasione il pacco non è scoppiato perchè le misure di sicurezza applicate hanno funzionato", ha commentato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a margine della conferenza stampa di presentazione dei dati sull’andamento del turismo nella Capitale nel 2010.
"C’è massima vigilanza", ha aggiunto il sindaco sottolineando che "ora sta agli inquirenti individuare questi criminali che colpiscono le ambasciate che hanno sede a Roma". Per Alemanno, inoltre, non c’è alcun timore di ripercussioni sul turismo: "Qualsiasi turista comprende che si tratta di un terrorismo mirato alle ambasciate e che non riguarda la struttura urbana della città".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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