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«A Roma c’è il rischio più alto»

Il candidato Pdl a sindaco: «Ci saranno cinque schede. E troppi scrutatori sono di sinistra»

da Roma

Onorevole Alemanno, lei è candidato sindaco a Roma e deputato nel Lazio e oggi ha dichiarato in televisione che alle prossime elezioni «l’allarme brogli c’è». Può spiegare?
«Mi riferisco in particolare all’esperienza romana: gli elettori troveranno cinque schede, tre per Comune, Provincia e Municipi e due per Camera e Senato. In più abbiamo una storia di presenza di presidenti di seggio e di scrutatori che sono più a sinistra. Negli ultimi 15 anni c’è stata una sproporzione evidente nella composizione politica di presidenti e scrutatori».
Ma non vengono estratti?
«Moltiplicando per mille le presenze di una certa parte politica nelle liste, si aumentano le probabilità di presenze nei seggi... Nulla che violi la legge, ma questo dato di fatto va curato con grande attenzione».
La sinistra tradizionalmente fa iscrivere più simpatizzanti nell’albo degli scrutatori volontari?
«La sproporzione nella composizione dei seggi c’è. Quindi c’è un rischio di sommatoria tra possibilità di errori e valutazioni discrezionali da parte di presidenti e scrutatori».
Perché cita anche il problema delle cinque schede a Roma?
«Perché il tempo di permanenza nella cabina raddoppia e dunque si potrebbero creare ingorghi, problemi. Bisogna stare molto attenti».
Come?
«È fondamentale il monitoraggio costante nei seggi da parte dei rappresentanti di lista e dei candidati. Prima delle elezioni avrò un incontro con il prefetto Morcone (commissario straordinario di Roma, ndr) per avviare una stretta collaborazione al fine della massima trasparenza».
Le reazioni nel centrosinistra dopo le dichiarazioni sul rischio brogli sono molto polemiche.
«C’è sempre questo tipo di atteggiamento. Noi non vogliamo creare la cultura del sospetto, ma avere invece la massima trasparenza possibile e prevenire qualsiasi problema».
Il Pdl si sta già attrezzando per i controlli con migliaia di «sentinelle».
«Sì, ma c’è bisogno di uno sforzo supplementare anche dei candidati».
Lei parla di code ai seggi: prevede un’affluenza alta?
«Credo che ci sarà una partecipazione massiccia al di là dell’antipolitica. La gente ha una gran voglia di partecipare, c’è voglia di cambiamento dopo il governo Prodi, e, a Roma, perché sono quindici anni che governa la sinistra».
Un allarme sul rischio spoglio è stato lanciato anche dal Pd, e riguarda il voto estero. Lei che ne pensa?
«Anche questa è una fase molto delicata. Sulle consultazioni del 2006 ci furono ombre inquietanti, gravi segnali di disorganizzazione. Mi auguro che ci sia una profonda attenzione da parte delle istituzioni per evitare gli errori di due anni fa. Questa volta non è più concesso».
E la sua campagna elettorale?
«Sta andando molto bene. A Roma Rutelli viene percepito come il vecchio che torna.

Il fatto poi che Pd e Sinistra Arcobaleno abbiano rotto a livello nazionale ma che a Roma si presentino tutti insieme appassionatamente, viene guardato con sospetto dagli elettori. Cerchiamo di evitare guerre fratricide con gli altri candidati del centrodestra. Il nostro avversario è Rutelli. Siamo fiduciosi di arrivare al ballottaggio».

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