Una partita daltri tempi o quasi. Roma e Napoli chiudono sul 4 a 4 una sfida preceduta da polemiche assurde e a qualcuno il match fa tornare alla mente perfino Italia-Germania del 70, quando gli Azzurri di Riva simposero sui panzer di Helmut Schön. Roba da strabuzzare gli occhi, con una successione di gol inattesa e una serie di episodi memorabili. Otto marcatori diversi (i tre campioni del mondo e Pizarro su punizione per i romanisti, Lavezzi, Hamík, Gargano e Zalayeta per i campani), un football fatto di ripartenze, accorciamenti degli spazi e raddoppi di marcatura come solo due esperti come Luciano Spalletti ed Edy Reja sanno proporre. La divisione della posta non offre il fianco a recriminazioni di sorta ai contendenti, capaci di estrarre dal cilindro una gara da applausi. «Non sapete cosa vi siete persi», scrissero sul cimitero di Napoli i tifosi quando Maradona portò il primo scudetto sotto il Vesuvio, forse la scritta potrebbe essere ripresa oggi, dedicandola a chi, suo malgrado, non ha potuto seguire la propria squadra. Solo abbonati romanisti sugli spalti, al fine di scongiurare pericoli. Il pareggio farà forse ragionare un po più del solito il perfezionista Spalletti, tecnico toscano di nascita ma ormai romano dadozione, che avrà annotato le sbavature difensive dei suoi, ma va detto che il Napoli in trasferta aveva già rifilato una cinquina allUdinese e perso di misura contro i campioni dItalia dellInter. In tribuna Monte Mario un radioso De Laurentiis ha affermato daver visto la più bella partita da quando è presidente del club napoletano, e pure lo staff dirigenziale romanista, nonostante il mezzo stop in casa, non può lamentarsi per quanto visto durante i 90 minuti, specialmente in vista dellimpegno di Champions League, martedì sera, contro lo Sporting Lisbona. «Sono contento di questa prestazione», ha sottolineato Hamík, non prima daver applaudito quelli della Roma che, secondo lui, «si giocheranno lo scudetto fino alla fine». «È la mia prima volta allOlimpico - ha dichiarato poi - ed è una giornata indimenticabile. Abbiamo dimostrato di poter giocare contro le grandi squadre. Questo per noi stato un mese difficile, ma oggi abbiamo fatto una grande gara. Abbiamo segnato quattro gol a Roma, ora cè la Juventus». E dire che il prodigioso ventenne slovacco venne proposto, un paio di stagioni fa, a quelli di Trigoria. Spalletti ha comunque difeso i suoi, dribblando le polemiche post-gara con un laconico «bisogna stare più attenti». Il tecnico romanista ha anche sottolineato le difficoltà di giocare con i soli abbonati («Quando giochiamo in queste condizioni ne risentiamo sempre») e chiesto agli interlocutori di turno di non utilizzare per lui il termine «arrabbiato»: «Sono dispiaciuto perché le cose non sono andate come avevamo studiato ma, vi prego, non dite che sono arrabbiato». Inutile cercare di entrare nello spogliatoio romanista, Totti e i suoi fratelli allontanando ogni polemica post-partita.
E a chi cerca di far dire a Spalletti che le colpe potrebbero essere di Curci, o di Mexes, o di qualcun altro, lallenatore risponde che è meglio lasciar perdere. Stamattina il mister parlerà con la squadra, analizzando gli errori di ieri sera. Che non dovranno certo essere ripetuti con i portoghesi nel terzo appuntamento europeo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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