Roma - Quattro assenti sicuri, sette elementi convocati a serio rischio di impiego (tra questi anche Totti). La Roma che si avvicina all’appuntamento di Champions con l’Arsenal somiglia più ad un’armata Brancaleone. E l’ultimo allenamento di rifinitura - aperto a telecamere e cronisti - finisce per essere uno spettacolo ai limiti del surreale. Il portiere Doni, alle prese con un ginocchio «ballerino», fa appena capolino sul campo prima di tornare negli spogliatoi, Mexes è a letto con la febbre a 38, Aquilani corricchia per 10’ e poi abbandona il gruppo (se giocherà, sarà solo grazie a un’infiltrazione), Pizarro svolge lavoro differenziato.
Francesco Totti fortunatamente c’è, disputa l’intera seduta, gioca la partitella quasi da fermo e poi - sotto la supervisione del tecnico - prova dei tiri in porta. Ci sarebbe da sorridere, nessun contrattempo. Ma la sua faccia alla fine dell’allenamento è cupa e anche i tifosi, che lo vedono lasciare il quartier generale giallorosso, racconteranno di un capitano molto teso. Evidentemente il ginocchio destro, curato con il laser, gli fa ancora male. Ergo, Totti è nella lista dei 21 convocati come i compagni di squadra alle prese con guai fisici di vario tipo, ma la sua presenza in campo contro i Gunners - almeno all’inizio - non è ancora sicura. Spalletti ha in testa il tipo di modulo («anche se poi c’è una variante che i giocatori saprebbero applicare a partita in corso»), ma solo stamattina, quando valuterà la condizione degli acciaccati, varerà l’undici anti-Arsenal.
«Non voglio rischiare troppi cambi anticipati - sottolinea l’allenatore della Roma -, è una partita in cui potrebbero esserci anche i supplementari... I tanti infortunati? Li hanno anche loro, ma il nostro calcio ti mette una partita dietro l’altra e tutte con una pressione che certo non aiuta». Spalletti confida comunque sulla buona prova dei suoi giocatori («in partite di questo livello hanno sempre dato le risposte che aspettavamo») e chiede concretezza, disposto a rinunciare al bel gioco «pur di andare dritto all’obiettivo, come fanno tutti». Per eliminare l’Arsenal, ammonisce Spalletti, la Roma dovrà stare attenta «alla loro spinta sulle fasce», già decisiva ad Anfield Road.
E a chi gli chiede se questa sfida sarà decisiva per la sua permanenza a Roma risponde: «Se dopo quattro anni assieme deve essere il risultato di una partita a determinare il futuro, allora vuol dire che ci siamo conosciuti poco e abbiamo dato poco alla causa». Vucinic, cannoniere di coppa, usa l’ironia per combattere lo stress pre-Champions: «Partita importante, ma cerco di non pensarci troppo sennò mi viene il mal di testa».
Puntuale - come avevano fatto il Manchester United e il Chelsea - l’opuscolo dell’Arsenal ai circa 3000 tifosi in trasferta nella Capitale. Nella brochure si mettono in guardia i supporter da eventuali atti teppistici già avvenuti in passato: le solite raccomandazioni sono di non recarsi da soli allo stadio, evitare il ponte Duca d’Aosta (sede delle ormai celeberrime «puncicate» dei romanisti) o Campo de’ Fiori, non indossare sciarpe o maglia con i colori e il simbolo dei Gunners. Alcuni, a Fontana di Trevi, si sono camuffati da supporter di rugby con la tenuta multicolore degli Harlequins. «Posso dire che ci rimarrei male se dovesse succedere qualcosa causato dai tifosi della Roma», l’appello di Spalletti.
L’Arsenal, allenatosi in sede, ha dovuto annullare la conferenza stampa (e sarà multato dall’Uefa) essendo sbarcato a Fiumicino alle 22: il
charter che doveva partire da Londra ha avuto un guasto meccanico e si è dovuto attendere l’arrivo di un altro aereo da Parigi. Il tecnico francese recupera il difensore centrale Touré e potrebbe schierare una sola punta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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