Roma, voglia di stupire ma Spalletti ha i nervi tesi

Il tecnico scocciato per il caso Totti Il capitano in campo col mal di schiena. Rosella Sensi: «Il mondo scoprirà tutto il nostro valore»

Roma,  voglia di stupire ma Spalletti ha i nervi tesi

Roma - Chi lo conosce bene, non l’ha mai visto così teso come nelle ultime ore. Minaccioso con «alcuni giornalisti che hanno interpretato in malafede le mie dichiarazioni su Totti» (ma è stato lui a parlare, magari solo per stimolare il suo giocatore, di un paio di lacune che il capitano può migliorare e di conflitto con il numero dieci, anche se per il bene della Roma, ndr). «Quello che è avvenuto in questi giorni mi è piaciuto poco...», la frase di un Luciano Spalletti con i nervi scoperti. Sa che il Lione sarà il primo vero banco di prova da quando allena la Roma. Sa che l’evento è storico (la prima volta giallorossa agli ottavi di Champions). Sa che i francesi rappresentano l’esame di laurea per la sua squadra. «A molti di noi potrebbe non capitare più un’occasione del genere», sottolinea l’allenatore della Roma.
E fare l’impresa stasera vorrebbe dire allontanare le polemiche degli ultimi giorni, concedere una tregua nei rapporti più o meno tesi all’interno del gruppo e soprattutto battere una delle squadre più forti d’Europa. «Se eliminassimo il Lione, potremo fare molta strada nella competizione», ammette Spalletti. «Dobbiamo giocare come se fosse una finale mondiale», gli fa eco il brasiliano Mancini, pronto alla sfida diretta con molti connazionali. Ma siccome la piazza giallorossa è molto esigente e lo scudetto ha preso la via di Milano, un esito diverso della sfida aprirebbe processi infiniti (minando la serenità futura dell’ambiente) e renderebbe inutile il resto della stagione, almeno fino a maggio, quando la Roma cercherà di strappare all’Inter la «coppetta» nazionale. «Sarebbe un’amarezza grande uscire dalla Champions, ma non un fallimento», precisa l’allenatore giallorosso. Il contrario di quanto pensa il collega Houllier, che pure apprezza le qualità tecniche della Roma. Lui, alla guida del Liverpool, ha già eliminato i giallorossi (allora guidati da Capello) negli ottavi di Coppa Uefa del 2000. «L’incontro di andata è sempre importante - dice -: o mantiene intatte le chance di qualificazione o ti rovina ogni speranza».
L’attesa in città è grande: l’Olimpico ospiterà oltre 75mila spettatori («potrebbe essere il punto debole del Lione», evidenzia Spalletti, che dovrebbe recuperare Chivu e schierare l’undici migliore), la società incasserà quasi tre milioni di euro. «Ma non carichiamo la gara di tensioni, ho paura che si possa tornare troppo presto a quanto è accaduto non molto tempo fa - ammonisce l’amministratore delegato della Roma, Rosella Sensi -. Dire che vale una stagione mi sembra un po’ troppo, è sicuramente un’occasione per dimostrare agli occhi del mondo l’importanza della Roma, ma senza esagerazioni». Proprio la Sensi tenta di spegnere i focolai della recente polemica. «Conoscendo Francesco e il mister, credo che siano legati tra loro, mi dispiace che si creino degli screzi in un momento in cui bisogna farsi vedere uniti».
Ieri Francesco Totti, bomber europeo dei giallorossi (è a un passo dal decimo gol in Champions), non si è allenato per il mal di schiena, ma sarà in campo.

«È il loro Juninho, per me sarà una serata di lavoro extra», dice il portiere Coupet, in visita al Vaticano con il resto della truppa francese. «C’era anche Tiago, speriamo ci sia un miracolo...», scherza Houllier sull’infortunio di uno dei suoi uomini chiave. Ma il miracolo, purtroppo per lui, non ci sarà.

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