Cronaca locale

"Usciamo, beviamo una birra". Le avances del prof alla minorenne

Le proposte imbarazzanti di un prof a una sua studentessa 16enne in chat hanno portato i genitori a denunciare il fatto e a chiedere l'intervento della scuola

"Usciamo, beviamo una birra". Le avances del prof alla minorenne

Avances, proposte imbarazzanti, tentativi di approccio. Protagonista della vicenda sarebbe un docente 35enne del liceo Pilo Albertelli, il classico all'Esquilino, a due passi dalla stazione Termini di Roma, e una sua alunna di 16 anni. Le chat del professore con la studentessa minorenne hanno allarmato i genitori della ragazza, che hanno denunciato il fatto e chiesto l'intervento della scuola, come riporta Repubblica. Il professore avrebbe scritto alla giovane: “Ragazza, tu attenti alla mia vita”. E ancora: “Vi siete divertite? Rimorchio?”, un modo come un altro per attaccare una conversazione. Peccato però che non fossero due coetanei.

I messaggi tra prof e alunna

A denunciare il fatto sono state le famiglie che, con screenshot della chat, hanno denunciato la cosa. “Un conto sono le chat di classe, utilizzate per scopi didattici, un altro è utilizzare i social e i servizi di messaggistica istantanea per parlare privatamente con gli studenti e le studentesse di tutto ciò che non è attinente alla scuola”, hanno spiegato. Secondo quanto riportato da repubblica, questo scambio di messaggi risalirebbe ai primi giorni dello scorso giugno, per la precisione al 2, quando mancava ormai poco alla fine della scuola e all’uscita delle pagelle. La studentessa aveva ancora una interrogazione da recuperare prima di poter pensare alle vacanze estive. Quel giorno, come raccontato da un genitore, il professore, che sarebbe andato a breve in un altro istituto scolastico, le avrebbe scritto su Facebook chiedendole come fosse andata una festa, e anche se avesse rimorchiato. Domanda inopportuna che un insegnante non dovrebbe certo fare a una sua alunna.

"Andiamo a bere una birra"

Dopo qualche breve messaggio il docente ha scritto alla ragazza, sempre sul social:“Qui prende da schifo, tieni il mio numero di cellulare”, invitandola anche a dargli 'del tu' in quanto "non sopporta le subordinazioni". La 16enne ha subito affermato di non farcela, che era più forte di lei e, poco dopo, una volta riuscita a evitare 'il lei', di essersi sforzata. Nonostante la minore eyà della studentessa, il professore l’ha invitata a uscire per bere una birra insieme. Questo passaggio ha particolarmente irritato i genitori:“Magari la birra la beve con gli amici nel weekend o alle feste, ma diverso è se a offrirgliela è il proprio insegnante”. La chat in questione tra i due sarebbe comunque zeppa di messaggi fuori luogo, che un docente non dovrebbe scrivere a un alunno. “Mi spiace che non ti abbia salutata bene. Cerchiamo di recuperare al più presto”, invitandola anche a vedere una mostra. Invito rivolto anche alle sue compagne che però stavano già partendo. Dalla chat si capisce che la studentessa è imbarazzata dal comportamento del professore, anche quando le offre un passaggio in auto assicurandole di essere un ottimo guidatore.

Ha detto di non ricordarsi

Raggiunto dal quotidiano, il 35enne, che adesso insegna in un altro liceo romano, ha affermato di non ricordarsi quei messaggi, perché ha molte classi da seguire. Neppure il nome della ragazza e dettagli particolari sembrano riuscire a fargli tornare la memoria, nonostante la chat risalga a soli 5 mesi fa. “No, non voglio commentare”, ha infine concluso. I genitori pretendono che la scuola prenda posizione e che l'Ufficio scolastico regionale del Lazio e il Ministero dell'Istruzione redigano un vademecum con all’interno le indicazioni riguardanti il comportamento corretto che gli insegnanti devono avere con i propri studenti. Carlo Rossi, presidente del consiglio d'istituto dell'Albertelli, ha spiegato: “Questa vicenda suggerisce che il Consiglio metta in cantiere anche la possibilità di adottare un Codice interno di comportamento chiaro, a tutela di docenti e famiglie. Se le avances fossero confermate sarebbe oggettivamente grave. La responsabilità sarebbe personale, ma macchierebbe il lavoro di tanti bravi colleghi e l'immagine del liceo”.

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