Cronaca locale

Borse e bracciali Cartier in cambio di favori: dirigente dem sotto accusa

Terremoto nella regione governata da Zingaretti. Arrestati per corruzione e concussione l'imprenditore Valter Lozzi e la dirigente legata al Pd Flaminia Tosini. L'accusa del gip: "Monitorava e governava illecitamente il ciclo integrato dei rifiuti"

Borse e bracciali Cartier in cambio di favori: dirigente dem sotto accusa

Favori in cambio di borse griffate, viaggi e bracciali di Cartier. Così, secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Roma, Annalisa Marzano, Flaminia Tosini, dirigente della Regione Lazio, nominata nel 2017 nella prima giunta Zingaretti, "monitorava e governava illecitamente il ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio". Le accuse per lei e per l’imprenditore Valter Lozza, amministratore di due società che si occupano dello smaltimento rifiuti, la Ngr Srl e la Mad Srl, sono gravissime: corruzione, concussione e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente.

Per questo i due sono finiti agli arresti domiciliari. Stando a quanto si legge nell’ordinanza del gip, la dirigente regionale, che attualmente ricopre anche l’incarico di vicesindaco ed assessore all’ambiente del Comune di Vetralla, per una lista civica sostenuta dal Pd e da Sel, "nella qualità di direttore regionale della 'direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti’ anziché destinare le proprie conoscenze tecniche e le proprie funzioni all'interesse pubblico, e in particolare al bene pubblico per eccellenza quale quello della salubrità dell'ambiente, destinava il proprio ufficio e l'intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti, nel quale si muoveva con straordinaria disinvoltura, agli interessi privati di Valter Lozza".

Quelle determine "orientate" per favorire l'imprenditore

"Si tratta – continua l’ordinanza - di un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attività dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche". In sintesi, le società di Lozza erano spesso coinvolte nelle determinazioni dirigenziali "orientate" dalla Tosini "agli interessi dell'amico imprenditore".

Nel 2015 il nome della dirigente compare proprio nella determina che revoca l’affidamento della discarica alla Hcs SpA in favore della Mad Srl, la società di Lozza. Non solo. Sempre secondo il gip Tosini avrebbe assicurato all’imprenditore "l'ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi" della stessa città portuale e "l’innalzamento della quota della discarica di Roccasecca", "riuscendo a manipolare le determinazioni i di altri organi dello Stato", come la presidenza del Consiglio dei ministri.

Proprio a Civitavecchia, nel 2014, la Tosini si candida nelle liste del Pd, sostenendo il sindaco uscente Pietro Tidei, attuale primo cittadino di Santa Marinella e padre della consigliera regionale del Lazio di Italia Viva ed ex deputata del Pd, Marietta. A Pietro Tidei la Tosini è legata dal 2013, quando da sindaco di Civitavecchia la nomina assessore ai Diritti del Territorio, Tutela Ambientale e Patrimonio Artistico e Monumentale del comune.

I regali in cambio di favori: dalle borse di Prada ai viaggi

Il gip la descrive come una "donna totalmente indifferente ai risvolti pericolosi delle sue illecite determinazioni", sottolineando lo "spregevole tratto affaristico che ha governato e orientato gli indebiti comportamenti del funzionario pubblico", che agiva "in dispregio di ogni minima regola di trasparenza e imparzialità".

Ad approfittarne l’imprenditore radicato in Ciociaria, che, scrive ancora il gip, si assicurava il sostegno della Tosini "mediante l'astuto ricorso a regali dall'ingente valore economico e rassicurandola sulla condivisione dei profitti conseguiti". Borse firmate Prada, bracciali di Cartier, viaggi. E non solo. Secondo l’ordinanza, infatti, la dirigente "condivideva gli interessi delle società coinvolte dalle determinazioni regionali".

"Non c'è traccia che siamo io e lui, cancello tutto..."

La coppia era sicura di non poter essere "beccata". ''So' anonime, talmente anonime che non si sa da chi vengono e dove vanno. Mo' le cancelliamo tutte", dice la Tosini in una intercettazione a proposito delle mail scambiate con Lozza. "Lui non lo apre dal telefono - continua la dirigente al telefono con una sua amica - pure lui come me, apre da un altro dispositivo che non è riportabile a lui…capisci? Non c'è traccia che siamo io e lui….Poi io ogni tanto cancello tutto''.

"Si cancella sia di qua che di là - spiega ancora la dirigente rispondendo alle domande dell0ì'interlocutrice - si cancella da tutte le parti, se cancelli sparisce ovunque''.

L'intervento per la discarica di Roma

Secondo le carte dell’inchiesta Tosini avrebbe anche "manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale, ricorrendo ad indebite scorciatoie". Si parla del sito di Monte Carnevale, proposto dalla Regione Lazio e accettato nel 2019 dal Campidoglio provocando un vero e proprio terremoto nel gruppo pentastellato in aula Giulio Cesare.

Ieri la sindaca, Virginia Raggi, ha annunciato che avvierà la "revoca per la realizzazione della discarica". "La nuova maggioranza in Regione Lazio ha la possibilità ed il dovere di intervenire, rivedendo la assurda decisione di obbligare Roma ad avere una discarica sul proprio territorio", ha scritto su Facebook commentando la notizia degli arresti. "Sono stata massacrata per cinque anni e ho subito ogni tipo di accusa solo perché mi opponevo al modello di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, ma alla fine avevo ragione", continua la Raggi che ora chiede alla regione di ritirare il piano rifiuti.

La polemica con il Campidoglio: "Il piano rifiuti non c'entra con l'inchiesta"

Secca la replica dell’assessore ai Rifiuti del Lazio, Massimiliano Valeriani, che punta il dito contro la sindaca: "L'inchiesta giudiziaria che riguarda la direttrice regionale Flaminia Tosini e l'imprenditore Valter Lozza non ha nulla a che vedere con il Piano regionale sui Rifiuti, mentre il sito di Monte Carnevale è stato esclusivamente scelto dal Campidoglio".

La vicenda, però, imbarazza la giunta. Ieri la Regione ha fatto sapere che "la dirigente è stata sospesa dal suo incarico in attesa di conoscere gli sviluppi dell'inchiesta avviata dalla Procura di Roma", rinnovando "l'apprezzamento nei confronti della direttrice Tosini, che saprà chiarire la correttezza del suo operato nel rispetto delle proprie funzioni".

La protesta di FdI: "Zingaretti faccia chiarezza"

I consiglieri di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo e Giancarlo Righini chiedono al presidente Nicola Zingaretti "di fare immediata chiarezza sulla vicenda - anche alla luce del fatto che la dirigente Tosini è una sua fedelissima già dai tempi della Provincia - e soprattutto di fermare definitivamente il progetto di discarica a Monte Carnevale".

Quello a cui stanno assistendo i cittadini "è uno spettacolo indegno", attacca ancora Colosimo, sentita dal Giornale.it, che sottolinea come "dopo l'affare mascherine" la regione torni ancora una volta "sotto i riflettori della cronaca giudiziaria per la drammatica commistione fra dirigenti regionali e imprenditori senza scrupoli".

È lo stesso partito ad aver presentato una mozione al XIII Municipio per bloccare l’iter di autorizzazione dell'impianto di Compostaggio a Casal Selce. "A firmare l'autorizzazione è stata proprio la stessa Tosini.

- spiega Marco Giovagnorio, capogruppo nello stesso municipio - Ora chiediamo uno stop al progetto visto che l’area individuata per l’impianto è vincolato e peraltro è inserita in una zona a forte rischio alluvionale, senza impianti fognari".

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