"I rom hanno diritto alla casa". E i residenti di Casal Bruciato contestano la Raggi

Pioggia di insulti e contestazione per il sindaco di Roma Virginia Raggi che, oggi, si è recata a Casal Bruciato per fare visita alla famiglia rom che gli inquilini vogliono cacciare

"I rom hanno diritto alla casa". E i residenti di Casal Bruciato contestano la Raggi

Non c’erano dubbi sul tenore dell’accoglienza che avrebbe ricevuto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, al suo arrivo in via Sebastiano Satta. D’altronde è già da due giorni che i residenti protestano e lanciano strali contro l’amministrazione capitolina, “rea” d’aver assegnato un alloggio di sua proprietà ad una famiglia rom proveniente dal campo de La Barbuta.

Così quando in tarda mattinata la prima cittadina della Capitale si è presentata a Casal Bruciato per incontrare la famiglia Omerovic è stata salutata da una pioggia di fischi e recriminazioni. C’è chi la accusa di essere “il sindaco dei rom” e chi la sfida: “Perché i nomadi non te li porti a casa tua?”. “Lei è più mafiosa di Alemanno che aveva fatto quella delibera vergognosa che non ha cancellato”, proseguono i contestatori. E ancora "buffona", "mafiosa", "vergogna".

Scortata da un cordone di agenti delle forze dell’ordine e ricoperta da ogni genere di insulti, la Raggi, è riuscita a raggiungere la palazzina finita nell’occhio del ciclone. Assieme a lei sono arrivati in via Satta anche il direttore della Caritas, don Ben Ambarus, e il vescovo ausiliare di Roma don Giampiero Palmieri. Il colloquio con la famiglia rom, iniziato attorno alle 13, si è protratto per circa un’ora.

Una scena molto simile a quella di queste ore si era già verificata nel tardo pomeriggio di ieri, all’arrivo della minisindaca grillina del IV Municipio, Roberta Dalla Casa, che si era presentata in via Satta con una confezione di pastarelle da consegnare alla famiglia Omerovic. Nonostante il capofamiglia abbia chiesto che gli venisse assegnato un altro alloggio, per paura delle minacce subite, l’amministrazione stavolta non contempla l’ipotesi di un dietrofront. “Non arretriamo neanche di un centimetro – ha detto Della Casa –, non saranno le proteste a fermarci, il nostro percorso è tracciato, lo stiamo portando avanti nella legalità e nel rispetto dei diritti”.

Ma residenti e CasaPound sperano ancora di poter avere la meglio, proprio come accadde ad inizio aprile in via Facchinetti dove, al termine di due giorni di proteste, la famiglia rom assegnataria di un alloggio era stata trasferita altrove. “Non ce ne andremo: la nostra battaglia è affianco al popolo romano”, dicono i militanti di via Napoleone III che alle 17 di oggi si preparano a ricevere i rinforzi ed a manifestare in piazza Balsamo Crivelli, proprio davanti alla "palazzina della discordia". Non saranno gli unici, e il clima si preannuncia incandescente. Al grido di “Fuori i fascisti dalle case popolari”, infatti, scenderanno in piazza anche movimenti per la casa e centri sociali, che si sono dati appuntamento attorno alle 16 nei pressi dello stabile. “La manifestazione di oggi – sottolinea il network antifascista – è fondamentale per dare un segnale anche contro altri episodi di intolleranza successi in questi giorni nella capitale circa l’assegnazione delle case popolari”.

Nel frattempo, la Digos sta passando al

setaccio le immagini di ieri, quelle del parapiglia e delle minacce (tra cui il “Ti stupro” urlato da un manifestante alla signora Omerovic) per cercare di ricostruire l’accaduto e accertare eventuali responsabilità.

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