Cronaca locale

Carburante di contrabbando a prezzi stracciati: 16 arresti

Sgominata banda di contrabbandieri che faceva affari con carburante venduto sotto costo. Si calcola un’evasione di oltre un tre milioni di euro

Carburante di contrabbando a prezzi stracciati: 16 arresti

Una banda di contrabbandieri è stata fermata dalle forze dell’ordine durante un’operazione che ha coinvolto mezza Italia. Criminali che avevano come base operativa la città di Roma. Vendevano carburante a prezzi stracciati in erogazione in alcune pompe bianche compiacenti. Alle prime luci dell’alba di oggi, nell’ambito di una operazione denominata "Ghost Fuel", duecento militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, hanno messo fine al business eseguendo nelle province di Roma, Latina, Napoli e Bari 16 ordinanze di custodia cautelare (14 in carcere e 2 ai domiciliari), oltre alla notifica di 4 obblighi di dimora e 9 divieti di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche.

Tratte in arresto 11 persone colte in flagranza di reato mentre travasavano prodotto petrolifero di contrabbando nelle zone della Magliana e della Pisana (zone di Roma), oltre al sequestro di 450mila litri di gasolio, 27 automezzi, un deposito commerciale e 11 autopompe per i vari travasi. Contestualmente sono stati notificati dei provvedimenti di sospensione della licenza di deposito autorizzato che il Gip del locale Tribunale ha disposto per 16 società. Aziende intestatarie di depositi commerciali e distributori stradali coinvolte nell’illecito traffico.

Le indagini, condotte dai militari del 3° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma, hanno consentito di individuare e smantellare un’organizzazione criminale, con diramazioni internazionali, che, attraverso l’impiego di imprese intestate a prestanome e distributori stradali compiacenti, ha commercializzato oltre 4 milioni di litri di carburante per autotrazione in completa evasione d’imposta. Il prodotto petrolifero di contrabbando partiva dalla Slovenia e dalla Polonia all’interno di autobotti scortate da lettere di vettura internazionale attestanti il trasporto di olio lubrificante o di altra merce non soggetta ad accisa, così da eludere eventuali controlli su strada.

Non appena giunti in Italia, i carichi di gasolio venivano convogliati in luoghi di stoccaggio del gruppo criminale dislocati in varie zone di Roma: a Fiano Romano, via della Magliana e via della Tenuta di Santa Cecilia, zona Malagrotta. Per essere poi travasati in altre autocisterne. Queste, munite di nuovi documenti di accompagnamento creati ad hoc, partivano alla volta di due depositi commerciali (siti a Pomezia e Formello). Qui il prodotto sostava il tempo strettamente necessario per essere dirottato, “in nero”, ai distributori compiacenti (tutte pompe bianche) per la successiva vendita al dettaglio.

Le operazioni illegali avvenivano in un contesto ben organizzato in cui ogni indagato giocava un ruolo ben definito: gli autotrasportatori si occupavano dello spostamento del gasolio. Gli addetti alla staffetta delle autocisterne, insieme alle vedette posizionate nei pressi delle zone di travaso, avevano il compito di eludere eventuali controlli. I contabili erano incaricati della creazione e gestione del flusso dei falsi documenti. Regista del sistema illecito era un 45enne campano con precedenti.

Nel corso delle indagini, svolte da gennaio a novembre di quest’anno, è stato quantificato in circa 4 milioni di litri l’ammontare del carburante di contrabbando immesso sul mercato con un’evasione di oltre un tre milioni di euro.

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