Cronaca locale

Muore folgorato dai cavi ad alta tensione sotto gli occhi del padre

Non si fermano le vittime che perdono la vita nei contesti lavorativi, a Cave, in provincia di Roma, un uomo di 29 anni è morto toccando alcuni cavi dell'alta tensione

Muore folgorato dai cavi ad alta tensione sotto gli occhi del padre

A Cave, in provincia di Roma, Antonio Stazi, operaio di 29 anni, è rimasto folgorato mentre stava lavorando su commissione della ditta per la quale lavorava. Il giovane al momento dell'incidente si trovava al confine con il Valmonte per eseguire un'operazione di potatura in una villa privata. Secondo le prime ricostruzioni, la vittima era assieme al padre con cui poco prima aveva lavorato nel giardino della proprietà, quando, per errore, avrebbe toccato con il braccio elevatore del taglia erba i cavi dell'alta tensione della linea Enel.

Il padre di Stazi assistendo alla scena ha soccorso subito il figlio ma si è accorto immediatamente che non avrebbe potuto fare niente per fermare la tragedia consumata in pochi secondi. Arrivati sul posto i soccorsi hanno accertato la morte dell'uomo e medicato l'anziano che ha riportato alcune bruciature. I carabinieri stanno perlustrando la zona, assieme al personale dell'ispettorato prevenzione e protezione lavoro, per cercare di capire se l'incidente fosse evitabile o meno.

Claudio Di Berardino, assessore al lavoro e nuovi diritti della Regione Lazio, con una nota ha espresso tutto il suo cordoglio ai parenti dell'uomo che lascia moglie e una figlia piccola: "Desidero esprimere le mie condoglianze alla famiglia dell'operaio morto folgorato oggi a Cave, in Provincia di Roma - e ha continuato - ancora una volta come Regione Lazio ribadiamo che non si può rimanere indifferenti a tragedie come questa e che non si deve più continuare a morire perché si svolge il proprio lavoro non in sicurezza". A tal proposito l'assessore ha sottolineato come in larga misura gli ultimi incidenti siano avvenuti proprio a causa di una totale assenza di protezioni.

Per Di Berardino, dunque, è fondamentale "puntare su prevenzione e formazione" per evitare future tragedie.

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