La Roma della Raggi in balìa di spazzatura, caos e degrado

Piazza di Spagna, Fontana di Trevi e Pantheon. Il centro storico di Roma, visitato ogni anno da milioni di turisti, pare non abbia ancora del tutto perso il suo smalto, ma è sommerso dai rifiuti

La Roma della Raggi in balìa di spazzatura, caos e degrado

Passeggiando per le vie del centro sembra che Roma, la città eterna, non abbia ancora del tutto perso il suo smalto. Ogni anno viene visitata da milioni di turisti che camminano con lo sguardo perso tra le meraviglie della Capitale: Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Pantheon.

Piazza di Spagna, tra panchine rotte e transenne

“Beautiful”, “wonderful”, “very nice” sono gli aggettivi più comuni e banali per descrivere un patrimonio artistico e culturale che non ha eguali al mondo. Tanto fascino e tanta bellezza vengono, però, macchiati inevitabilmente dalla fama di ‘Capitale del degrado’ che da più di un decennio colpisce Roma dritta al cuore. I problemi sono noti, in primis l’emergenza rifiuti che riguarda anche il centro storico. Piazza di Spagna, con i vigili pronti a richiamare all’ordine qualsiasi turista desideri sedersi sulle scalinate di Trinità dei Monti, appare pulita e ordinata. Ma è solo un’impressione.

“La mattina, quando esco dalla metro, vedo subito la sporcizia dei giardini di piazza di Spagna, una vergogna per me e per i turisti”, ci dice un cameriere che lavora in un albergo della zona. E aggiunge: “I turisti anziché fotografare le bellezze di Roma fotografano l’immondizia e le biciclette rotte”. Nel nostro giro turistico, invece, uscendo dalla metro Spagna, notiamo subito un piccolo gruppo di turisti sudamericani che mangiano seduti per terra, nei pressi di un’aiuola. Nulla di strano se non fosse che, accanto a loro, ci sarebbero due panchine di marmo rotte delimitate dal nastro adesivo giallo posto dai vigili proprio per indicare che lì non ci si può sedere. Qualche metro più avanti la storica ‘Fontana della Barcaccia’ di piazza di Spagna è ancora transennata da quando nel 2015 gli hooligans del Feyenoord la danneggiarono gravemente. A peggiorare la situazione, quindi, ci si mette anche il Comune di Roma che, tra nastri e transenne sparse un po’ ovunque, aumenta la percezione di incuria e abbandono.

Fontana di Trevi, dove il decoro urbano non è più di casa

Basta addentrarsi nei vicoli per trovare sacchi d’immondizia gettati negli angoli più insospettabili, a fare da arredo ai pali della luce o alla segnaletica stradale. “Dire degrado è fare un favore. Qui siamo oltre al degrado. Basta uscire da questo raggio e la ‘monnezza’ te se magna”, ci dice un romano che incontriamo in via dei Fori Imperiali. “Ora tra la sporcizia stradale, le buche, la manutenzione, il decoro urbano, Roma si salva solo per la sua storia. Tolta quella, è una città da terzo mondo”, aggiunge il residente che, svolgendo la professione di architetto, si vanta di parlare da tecnico. “Ci sono zone della città che fanno paura per come sono tenute, anche nel centro storico”, ci dice l’ex segretario del Pd, Maurizio Martina, che incontriamo nei pressi di Largo Chigi. Un’affermazione che trova conferma nella testimonianza di un altro gruppo di turisti: “La stazione Termini è molto sporca – denunciano - ed è un peccato che tutti questi monumenti siano transennati. Rovinano la prospettiva e non si possono fare le foto”. E, in effetti, anche la storica Fontana di Trevi è stata transennata per impedire che qualcuno cerchi di imitare Anita Ekberg nel film ‘La dolce vita’. Farsi il bagno o sedersi a ridosso della Fontana è proibito dal nuovo regolamento della polizia municipale. A Fontana di Trevi come a piazza di Spagna o al Pantheon. Guai a sedersi, altrimenti si incappa in multe salatissime. Se, invece il centro è sommerso da sacchi di rifiuti non raccolti dall’Ama, non è un gran problema. È routine a cui i romani, appunto, ci hanno fatto l’abitudine.

Ormai il grado di inciviltà è diventato tale e tanto che buttare una cartaccia per terra non fa più scalpore, persino per i turisti. Che evidentemente, anche loro, si sono abituati al degrado al punto che ormai non ci prestano più attenzione.

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