Cronaca locale

Corteo al grido di “Roma non si sgombera”

Chi occupa gli immobili nella Capitale adesso ha paura degli sgomberi e si rivolge al Campidoglio

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Per il prossimo sabato, 29 gennaio, la Capitale sarà attraversata da un corteo al grido di Roma non si sgombera”. Varie associazioni per i diritti degli inquilini, movimenti per la casa e perfino le occupazioni della Città Eterna si daranno appuntamento in piazza Vittorio per una marcia che arriverà alla Prefettura. Neppure l’ultima assemblea a Valle Fiorita di venerdì 14 gennaio sembra essere servita a qualcosa. L'ex clinica di Torrevecchia, l'ex sede Inpdai a viale delle Province e l'ex sede Inpdap a via di Santa Croce in Gerusalemme, conosciuta anche come Spin Time Labs, vanno dritte allo sgombero.

Mancanza di comunicazioni

Come riportato da RomaToday, chi fin dall’inizio ha dato vita a queste occupazioni e le ha gestite nel tempo denuncia la mancanza di comunicazione dal giorno stesso dell’assemblea. Luca Faggiano del coordinamento cittadino di lotta per la casa e occupante di Valle Fiorita ha spiegato: “Il nostro sentore è che ci sia grande pressione da parte della Prefettura, anche perché noi siamo i primi sulla lista, dopo di noi c'è viale delle Province. Se sta cambiando qualcosa, lo fanno dietro le quinte perché a noi non sta arrivando nulla. La volontà di sgomberare realtà come la nostra non tiene conto del momento in cui viviamo, della pandemia, delle difficoltà economiche e sociali. Dicono tutti che il modello da seguire è lo sgombero di via del Caravaggio, ma il clima qui è pericoloso. Dall'assemblea del 14 a oggi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione, nessuna convocazione". A rischiare sono ora un’ottantina di famiglie con figli che frequentano la scuola nel quartiere. Faggiano ha asserito che "i dirigenti degli istituti stanno scrivendo al Prefetto, al sindaco e alla Regione per tutelare la loro frequenza. C'è sgomento tra gli insegnanti".

Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani e referente dell'occupazione di viale delle Province, oltre 300 persone, ha dichiarato che ciò che è emerso dall'assemblea è una critica abbastanza profonda, anche da parte dei rappresentanti istituzionali delle attuali politiche abitative. Una critica che avrebbe sorpreso in modo positivo, ma che adesso vogliono capire se diventerà un passaggio concreto. "Al momento da noi sono tutti molto preoccupati, c’è una tensione palpabile e nel quartiere sta arrivando la notizia del possibile sgombero, per cui riceviamo grande solidarietà. La Caritas ci ha chiesto di poter visitare lo stabile, il direttore probabilmente vuole farlo per dare un segnale alla città e al Prefetto, noi abbiamo accettato" ha reso noto Di Vetta.

La rabbia di Spin Time

Si taglia invece con il coltello la rabbia di Spin Time Labs, 450 persone suddivise in 150 nuclei familiari, con rappresentate ben 27 nazionalità diverse. Oltre a laboratori culturali, la redazione del giornale studentesco ‘Scomodo’, la sala prove dell'orchestra diretta dal maestro Enrico Melozzi, due gruppi parrocchiali ospitati, la base degli studenti medi di Roma Centro e appoggio per l'associazione Genitori Scuola Di Donato. Paolo Perrini, il presidente dell'associazione, ha detto senza mezzi termini: "Siamo arrabbiati perché a inizio gennaio abbiamo ricevuto la sentenza del Tar che chiede al comune e alla prefettura di inserirci nella lista degli sgomberi prioritari, in totale 23 e stilata già dai tempi del commissario Tronca. Siamo terzi, dietro Valle Fiorita e Province, tutto perché in questa città si predilige l'interesse economico del privato e non quello comune, che abbiamo ampiamente dimostrato di saper tutelare con la nostra attività quotidiana".

Cosa chiede Spin Time al Comune

"Devono trattare con la proprietà e offrire una compensazione, dando altri stabili. È una cosa che si può fare. Bisogna rendersi conto che la nostra realtà è frutto di una collaborazione con i tre principali atenei pubblici della città (Sapienza, Roma tre e Tor Vergata) e c'è un collegio di garanzia composto da esponenti di spicco della città, c'è dentro addirittura l'ex assessore all'Urbanistica Luca Montuori", ha sottolineato Perrini che ha anche aggiunto di sperare che la nuova giunta alzi la testa dopo dieci anni in cui la politica non ha fatto nulla.

Dalla parte di chi ha diritto alla casa

All’assemblea del 14 gennaio erano intervenuti molti rappresentanti delle istituzioni, da Giovanni Zannola, Nella Converti e Yuri Trombetti dell'assemblea capitolina a Marta Bonafoni e Marco Cacciatore della Regione. Tutti sembra abbiano espresso, in modo diverso, la volontà di tutelare le esperienze di mutualismo nate e cresciute all'interno di palazzi che altrimenti sarebbero stati abbandonati. Il dem Zannola scriveva:"Negli ultimi anni hanno provato a convincerci che il posto delle istituzioni sia fuori dalle occupazioni, da tutte le occupazioni, perché in quanto illegali sono tutte uguali. E invece no, qui si tratta di scegliere di stare dalla parte di una comunità di persone che rivendicano il sacrosanto diritto di avere una casa".

Di una cosa è certo Trombetti, il presidente della commissione Casa in Campidoglio, ovvero che non si sgombera se non si hanno alternative. "Durante quell'assemblea abbiamo detto che non si può assolutamente interrompere il percorso scolastico dei bambini presenti nelle varie occupazioni. Li abbiamo tranquillizzati sulla sensibilità anche del Prefetto in ottica di un’apertura al tavolo di confronto. Anche se si dovesse arrivare alla liberazione dei palazzi, questo può avvenire fornendo delle alternative. L’Ater sta già lavorando per mettere a disposizione degli alloggi. L’intendimento è che non si esce se non c’è una soluzione. Non possono essere sgomberati e basta. Tutti gli attori istituzionali sono concordi, difficile fare diversamente da parte del Prefetto", ha spiegato l’esponente del Partito democratico.

Cosa fa l’assessorato alla Casa

Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative della Giunta Gualtieri, starebbe studiando le carte. Ha anche incontrato i sindacati senza però sbilanciarsi più di tanto. Aveva annunciato una disponibilità maggiore da parte del Prefetto a intavolare un discorso e il fatto che entro il 2022 debbano necessariamente essere spesi i 50 milioni di euro che ancora non sono stati toccati. Riguardo la delibera 140, documento che era stato approvato nell’aprile del 2015 dalla Giunta Marino, Zevi aveva detto all’inizio dell’anno: "Va superata, stiamo studiando un nuovo regolamento dei beni comuni". L’incontro con il Prefetto è previsto per oggi, 26 gennaio, insieme all'assessora alle Politiche Sociali Barbara Funari e con presenti varie sigle ufficiali dei sindacati e associazioni di categoria fronte proprietari.

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