Desirée violentata e drogata per dodici ore per ammazzarla

Gli inquirenti che indagano stanno iniziando a definire i ruoli degli immigrati che hanno ucciso Desirée

Desirée violentata e drogata per dodici ore per ammazzarla

Le indagini sull'omicidio di Desirée Mariottini procedono, mentre gli agenti hanno già arrestato tre africani con permessi di soggiorno scaduti o in attesa di riceverlo e stanno chiudendo il cerchio anche sulle altre belve complici. Intanto, però, emergono dettagli choc su quanto accaduto alla povera 16enne di Cisterna di Latina. Si inizia a parlare di dodici ore di violenza e droghe che l'hanno portata alla morte. Dodici ore.

La procura e la squadra mobile sta cercando di ricostruire quanto accaduto anche grazie a due testimonianze ora risultate decisive. Desirée, secondo il pm Stefano Pizza e l'aggiunta Maria Monteleone, sarebbe stata indotta ad assumere un mix di sostanze che i pusher sapevano essere potenzialmente letali. Si parla di metadone, eroina e altro, scrive il Corriere della Sera. Gli inquirenti puntano all'omicidio volontario, quindi, perché quelle belve hanno corso il rischio di ammazzarla pur di stordirla per violentarla. Le aggravanti che pesano sui tre immigrati, poi, sono quelle di aver agito su una minorenne e su un soggetto ridotto all'incoscienza, per motivi abietti e con crudeltà.

Drogata. Stordita. Violentata e uccisa. Questo è quello che hanno fatto quei "vermi" a Desirée. Ma in queste ore delicate viene fuori che da una quindicina di giorni la vittima aveva cominciato a frequentare il rudere di via dei Lucani a Roma.

Qui comprava droga anche in cambio di prestazioni sessuali.

Gli immigrati, quindi, avrebbero studiato il soggetto. Le avrebbero teso una trappola, probabilmente quella del cellulare rubato. E poi l'avrebbero uccisa.

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